Porto di Gioia Tauro. La Cgil: “Monti abbandona il sud, la Ue riconosce il porto infrastruttura strategica”

Gioia Tauro (Reggio Calabria). Monti taglia i diritti ai lavoratori e abbandona il porto di Gioia Tauro che rappresenta una vera occasione di coesione e di crescita per il Paese. Infatti, nelle recenti delibere Cipe, briciole e niente più che briciole per la Calabria; addirittura nulla per il porto di Gioia Tauro.
Di questo ci indigniamo perché pensiamo che un economista come il presidente Monti non può disconoscere le potenzialità e il valore per la crescita dell’infrastruttura portuale gioiese. Siamo altrettanto certi che è informato sulla crisi che sta attraversando il porto, con il 50% della forza lavoro in cassa integrazione. Il premier sa bene che, senza una ripresa rapida della competitività che può avvenire solo attraverso la realizzazione di tutte quelle opere infrastrutturali necessarie per avviare la logistica e l’intermodalità, oltre che a interventi mirati a far nascere seri insediamenti produttivi nell’area retroportuale, il miracolo economico del porto di Gioia Tauro, unico al Sud, rischia di svanire.
L’Unione Europea, invece, per fortuna, si è accorta del porto pianigiano, tanto che lo ha inserito nelle liste delle infrastrutture strategiche dell’Unione Europea accogliendo una delle richieste avanzate pure dalla Cgil per far uscire dall’isolamento Gioia Tauro. In questa direzione pensiamo che il governo, come ha fatto per Bari, debba chiedere l’alta velocità anche per la tratta Napoli-Reggio Calabria.
Ci troviamo nei fatti dinnanzi al comportamento miope del governo italiano e all’agire lungimirante della U.E. Questo è ancora più grave perché avviene in una fase in cui appare in maniera evidente, che l’attuale governo è impegnato solo a ridurre i diritti dei lavoratori, attraverso inopportune e inutili controriforme del mercato del lavoro. Sarebbe invece importante seguire le scelte politiche lungimiranti dell’unione e, pure nel nostro Paese, individuare interventi ed investimenti strategici per uscire rapidamente dalla crisi, favorendo crescita e occupazione.
Altro che licenziamenti facili e ingiustificati, riduzione delle protezioni sociali e già prima “la batosta” sulle pensioni.
Infine, crediamo che il presidente Scopelliti, oggi libero dai condizionamenti passati del governo Berlusconi, debba intervenire per chiedere conto al governo nazionale e compiere tutte le azioni conseguenti e di supporto allo sviluppo a partire dall’attuazione dell’Apq che sta morendo per l’incapacità di questa Giunta regionale.
Come Cgil non ci rassegniamo all’abbandono e nei prossimi giorni scenderemo in piazza con una grande iniziativa di mobilitazione

Segreteria Cgil Piana di Gioia Tauro

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