Sepang (Malesia). Magico. Gliel’hanno scritto sulla pitboard, l’hanno gridato i tifosi davanti alla tv, in fondo lo sa anche lui. Fernando Alonso ha traghettato la Ferrari alla prima vittoria stagionale, con l’immensa classe che è emersa dal lago di Sepang. Galleggia grazie al campione iberico il Cavallino, che quando si è ripartiti dopo la safety car (entrata al settimo giro a causa della pioggia incessante, prima che la bandiera rossa al nono interrompesse il gran premio) ha messo in pista la rimonta a cui nessuno, in fondo, credeva dopo le prestazioni sull’asciutto in qualifica.
Al restart dietro safety car, giro 9, Alonso è quinto. Il tempo di aver pista libera, senza la vettura di sicurezza, e lo spagnolo scavalca Webber agguantando la quarta posizione. Pochi giri con le gomme full wet, perché la pista inizia ad asciugarsi. Pit stop per montare le intermedie e inizia il miracolo.
Sosta fulmine ai box per mandare di nuovo in pista Nando consegnandoli le speranze rosse. E la cavalcata trionfale inizia a suon di secondi, quelli guadagnati sugli inseguitori. Due, tre più veloce di chiunque altro. In testa c’è Perez, uno che ha dimostrato di aver manico oggi, oltre che una Sauber sincera e buona per garantirsi un arrivo a punti.
Ma in Malesia Perez non si accontenta. Button, intanto, rovina la sua gara a causa di un contatto con una Hrt, rimasta nel gruppo dei primi grazie all’azzardo nelle primissime battute, quando Karthikeyan – al pari di Vergne – non ha montato le full wet, guadagnando quei 20″ buoni per risalire la china. Ma ancora una volta l’inglese aveva azzeccato il momento giusto per montare le intermedie: nemmeno il tempo di ripartire dopo la safety car al 14mo giro e l’inglese andava ai box.
In testa Alonso scavalca Perez e mette insieme 7″ sul messicano, che insegue ma non va alla deriva. Anzi, limita i danni al cospetto di un Nando “soprannaturale”. Ed è l’unico, il pilota Sauber, a limitare i danni, perché Hamilton subisce il ritmo del ferrarista, come anche tutti gli altri, costretti a star dietro un Rosberg, quarto, che blocca Raikkonen, Webber, Massa e Di Resta. Questo al giro 25 dei 56 previsti. Tutto in carrozza, quindi? Nient’affatto. Perché la Ferrari ha dominato quando l’asfalto era bagnato, poi, umido, grazie a un superlativo pilota che sa andare oltre, ridefinendo i limiti. La pista, però, si è progressivamente asciugata, facendo emergere le criticità di una F2012 che sull’asciutto ancora non è a suo agio. O meglio, rispetto a Perez ha sofferto pesantemente, mentre Hamilton, Vettel – risalito in quarta posizione – hanno girato sui tempi di Nando.
Con le intermedie praticamente finite, la rimonta di Perez si è concretizzata fino ad arrivare in scia alla Ferrari. Siamo al giro 38, quando il messicano si trova a 1″. Qui, ancora capovolgimento di fronte. La pista è asciutta, è tempo di montare le gomme slick. Il primo è Ricciardo e la scelta è premiata dai tempi. Tutti nel giro di poche tornate seguono l’esempio del pilota Toro Rosso, tranne Perez e Hamilton, che attendono un giro in più.
Costa la gara questa scelta a Perez. Torna in pista a 7″ da Alonso: tutto da rifare, con la consapevolezza di avere tra le mani una monoposto in grado di giocarsela con il Cavallino Galleggiante, che sull’asciutto ancora non è Rampante. Così, insieme ad Alonso, la standing ovation va fatta anche a Checo, che recupera il tempo perso ai box, si riporta in scia di Alonso, proprio quando dal muretto gli fanno notare che un secondo posto, per la Sauber, equivale a un intero mondiale. Nemmeno il tempo di mettere in guardia Perez dalle insidie di un sorpasso su un animale da gara come Alonso, e si materializza l’incubo: largo alla curva prima del rettilineo di ritorno verso il traguardo. I pochi decimi di distacco si tramutano in 5″ a 6 giri dal termine. Per la Ferrari è fatta. La minaccia più pericolosa si autoesclude, tutti gli altri sono relegati a distanza di sicurezza e, soprattutto, senza le prestazioni in grado di impensierire Nando. Hamilton tiene bene l’ultimo gradino del podio, poi, Vettel – che getta alle ortiche la quarta posizione a causa di un taglio sulla posteriore sinistra, dopo un doppiaggio sulla Hrt -. Non cambierà più nulla fin sotto la bandiera a scacchi, se non lo sfortunato Maldonado che si ritira al penultimo giro a causa di un guasto al motore.
Meritano una menzione per la gara svolta anche Raikkonen, quinto, Senna che porta a punti la Williams, seguito da Di Resta e Vergne, poi Hulkenberg nono e Schumacher che deve accontentarsi di un punto, grazie al ritiro di Maldonado. Mercedes con gravi problemi di usura delle gomme in ogni condizione di gara, un limite pesante per Schumacher e Rosberg.
Un gran premio di Malesia che ha detto anche tante altre cose, come un Grosjean fulmine in partenza, poi, ritirato al quinto giro. Ma quel che più conta è una Ferrari che limita alla grande i danni in questa prima fase della stagione, perché la vittoria odierna è la vittoria di Fernando Alonso, unico condottiero in grado di indicare la rotta.
Fabiano Polimeni
Ordine d’arrivo Gp Malesia
- Alonso
- Perez
- Hamilton
- Webber
- Raikkonen
- Senna
- Di Resta
- Vergne
- Hulkenberg
- Schumacher
Classifica mondiale piloti
- Alonso 35 punti
- Hamilton 30
- Button 25
- Webber 24
- Perez 22