Castrovillari (Cosenza). Una nuova iniziativa artistico espressiva dell’artista castrovillarese Francesco Prantera da godere negli ambienti del Castello Aragonese per un itinerario alla scoperta di una delle devozioni popolari religiose più importanti in Calabria. Il 2 giugno 1962 papa Giovanni XXIII proclamò San Francesco di Paola patrono principale della Calabria e quest’anno ricorrerà il 50° anniversario di tale evento. A distanza di più di 500 anni dalla sua nascita, San Francesco di Paola è il santo più amato da tutti i calabresi e da moltissimi cittadini castrovillaresi, uno dei santi più significativi per la storia e per la devozione popolare. “E’ per celebrare, così, la sua straordinaria figura che il noto artista castrovillarese, Franco Prantera – annuncia una locandina – ha realizzato un’esclusiva personale di pittura il cui titolo evocativo è: “I miracoli di San Francesco di Paola nel regno di Ferdinando d’Aragona”. La mostra, patrocinata dall’Amministrazione Comunale di Castrovillari, si svolgerà dal 31 marzo al 28 aprile, e sarà esposta nella sala museale del Castello Aragonese (ogni sabato e domenica), grazie ad un’idea e alla collaborazione dell’Associazione Culturale Sifeum. “L’originale esposizione pittorica- precisano gli organizzatori- ha il duplice obiettivo di attirare il fruitore non solo verso l’arte, ma anche verso la spiritualità, mettendo in risalto la figura di un eccezionale Santo calabrese, riconosciuto Santo anche in vita, che ci ha regalato poche e semplici regole per poter vivere la vita in maniera più dignitosa e più felice. Il messaggio di San Francesco che l’artista Prantera ha avvertito individualmente, proponendolo alla collettività, attraverso i suoi miracoli, è – ci viene spiegato – nell’esortazione a non lasciarsi dominare dal male opponendo un rigore di vita esemplare. Abbiamo assistito nell’ ultimo periodo di vita nel nostro pianeta – aggiungono ancora – ai “miracoli” della scienza, ma essi non sono, tuttavia, coincisi con i miracoli dello Spirito e le nuove invenzioni tecnologiche, hanno illuso l’umanità di riuscire a vivere precipuamente solo delle stesse, tralasciando rischiosamente quella che è la funzione reale del nostro obiettivo di essere umani: la liberazione dalle catene delle debolezze in cui siamo immessi. Il naturale bisogno del contatto con Dio e, parallelamente, il distanziamento del contatto con la religiosità ha allontanato l’uomo anche dall’interesse verso l’arte, canale della creatività umana accompagnato, nel suo massimo splendore, dalla partecipazione e dall’applicazione delle attività percettive spirituali. La mostra, vuole essere dunque – concludono gli organizzatori e collaboratori dell’iniziativa- un invito umano alla riflessione artistico-spirituale, e considerarsi, altresì, di buon auspicio per poter recuperare una maggiore condivisione dell’arte e della cultura nel nostro territorio, al fine di poter riscattare la funzione più sottile e più sublime del nostro essere”.