Cavallaro (Cisal): “Meno accademia e più realismo per governare la crisi”

Roma. “Con le prime erosioni alle buste paga, ci aspettiamo che i tecnici al governo si impegnino di più a mettere in campo la cosiddetta fase due per la crescita e non vadano avanti con sofisticate trovate per brillare nei consessi internazionali mentre i lavoratori e le famiglie penano per far quadrare i bilanci. Perciò i tecnici facciano meno accademia e siano più realisti per pensare ai tanti cittadini alle prese con una situazione disperata. In questo momento più che ai mercati finanziari occorre dare ascolto a quelli rionali dove lo spread dei generi alimentari terrorizza le massaie italiane.
Siamo convinti che gli osservatori internazionali possano essere più positivamente impressionati da un Paese che cresce e fa stare meglio i suoi cittadini anziché agitare spauracchi come l’articolo 18 che servono più ad erodere diritti che a creare ricchezza. Una buona riforma del mercato del lavoro deve poter contare su un fisco favorevole al lavoro, meno burocrazia per le imprese e di un welfare attivo che possa agevolare la riqualificazione e il ricollocamento del lavoratore che perde l’occupazione assieme ad un reddito che aiuti le famiglie a non diminuire la loro capacità economica”. Lo ha dichiarato Francesco Cavallaro, segretario generale della Cisal.

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