Reggio Calabria.“Altro che riordino. Quello previsto dal decreto regionale n.26 del 21 marzo 2012 è un colpo al cuore all’ospedalità privata calabrese che, in assenza di correzioni, rischia di andare incontro a dolorose chiusure e licenziamenti di massa. Nel riassetto della rete delle cliniche private regionali, infatti, l’unico criterio adottato dal Commissario ad acta per il piano di rientro della sanità è quello del drastico taglio dei posti letto, con una conseguente riduzione della capacità di accoglienza delle case di cura. Non sono certo in discussione le esigenze, da tutti condivise, di contenimento della spesa sanitaria. A non convincere sono le modalità e le scelte adottate nel corso di questi mesi: scelte che, nel ridimensionare pesantemente il settore pubblico e mettere in crisi quello privato, minacciano pesanti conseguenze non solo sul livello di assistenza sanitaria ai cittadini, ma anche sul livello occupazionale. E’ del tutto evidente, infatti, che il dimezzamento dei posti letto all’interno delle cliniche private si tradurrà automaticamente in tagli alle risorse umane: in parole povere, nel licenziamento di infermieri, medici e tecnici che non potranno contare neppure sul momentaneo sostegno degli ammortizzatori sociali. Ma questo è solo un aspetto, anche se non secondario del problema. L’altro riguarda il diritto all’assistenza sanitaria dei cittadini calabresi: il dimensionamento degli ospedali di montagna, la riconversione di presidi di importanza strategica, come l’ospedale “Scillesi d’America” di Scilla, e da ultimo, la prevista, drastica riduzione dell’accoglienza del settore privato, stanno significativamente indebolendo l’intera rete ospedaliera calabrese, senza delineare una convincente riorganizzazione del settore. Sono queste le ragioni che ci spingono a sollecitare un’immediata marcia indietro da parte del Commissario ad acta”.
Antonino De Gaetano – Consigliere regionale Partito Democratico