Vertenza Acquereggine. I sindacati: “L’insensibilità delle istituzioni ha scritto l’ennesima pagina di cattiva gestione della depurazione”

Reggio Calabria. I danni sociali ed ambientali della “mala depurazione”: l’epilogo della vertenza dei lavoratori di Acquereggine S.c.p.a. L’insensibilità istituzionale della Regione Calabria, del Commissario liquidatore dell’Ato 5 di Reggio Calabria e degli Enti locali hanno ormai scritto, a nostro giudizio, l’ennesima pagina di cattiva gestione politico amministrativa nel servizio di depurazione sui 39 Comuni della Provincia di Reggio Calabria che sono stati gestiti da Acquereggine S.c.p.a. fino al 29 febbraio. A nulla sono servite le numerose sollecitazioni fatte dalle organizzazioni sindacali di categoria, a nulla sono servite le riunioni fatte in Prefettura per responsabilizzare i Comuni per il pagamento del canone di gestione, a nulla sono valse le raccomandazioni di Sua Eccellenza il Prefetto, Dottor Luigi Varratta, che invitava i Comuni al rispetto della clausola sociale e del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore per la salvaguardia, senza soluzioni di continuità, del rapporto di lavoro per la garanzia dei livelli occupazionali. Tutto questo è il risultato che si è venuto a determinare soprattutto per la confusione ed il vuoto legislativo che la Regione Calabria ha generato e che non ha consentito di mantenere una gestione unitaria all’interno delle Autorità di ambito. In attesa di un nuovo riassetto (Ato unica regionale) che tarda a venire e sul quale pende un giudizio di incostituzionalità, si è pensato di scaricare le responsabilità ambientali sui Comuni che ormai da tempo non gestivano più direttamente gli impianti di depurazione nel territorio. Gli 86 lavoratori, licenziati da Acquereggine S.c.p.a., ad oggi non sono stati ricollocati nella nuova gestione che i singoli Comuni in modo autonomo dovevano mettere in piedi con bandi di gara pubblici. La nostra preoccupazione e quella dei lavoratori è rivolta a quello che potrebbe essere il passaggio da una “mala gestione” al “malaffare” a discapito dei più deboli e dell’ambiente. Molti lavoratori si sentono scaricati dalla Società Acquereggine S.c.p.a., denunciano che su molti impianti i Comuni non hanno provveduto alla conduzione e manutenzione ordinaria e hanno il sospetto che qualcuno, dopo aver scaricato 86 lavoratori, pensi di rientrare, a settembre, nel business facendo assunzioni clientelari per accaparrarsi l’assegnazione del servizio. Al Governatore Scopelliti abbiamo indirizzato una richiesta di incontro e chiediamo di essere convocati al più presto per stipulare un protocollo d’intesa che garantisca gli 86 lavoratori messi in mobilità da Acquereggine S.c.p.a. ed il loro diritto, sancito dalla clausola sociale e dal CCNL ad essere assorbiti dalle Società che subentreranno nella gestione del servizio.

Giuseppe Carbone – Segretario generale Filctem Cgil

Carmelo Mangiola – Coordinatore provinciale Fimca Cisl

Giuseppe Rizzo – Segretario regionale Uiltrasporti

 

 

 

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