Accelera l’iter della proposta di legge sull’equo compenso dei giornalisti

Catanzaro. Continua a marciare a tappe spedite l’iter della proposta che è partita da Catanzaro rispetto alla possibilità che finalmente i giornalisti pubblicisti, titolari di un contratto di lavoro, possano ricevere compensi equi al loro impegno. E’ arrivato infatti il via libera dell’Aula di Montecitorio all’assegnazione, in sede legislativa alla commissione cultura, della proposta di legge presentata da Silvano Moffa (Popolo e Territorio) per “promuovere l’equità retributiva nel lavoro giornalistico”. Alla legge viene dunque garantito un iter più veloce, poiché il provvedimento potrà essere licenziato dalla commissione senza la necessità di un voto dell’Assemblea. Il provvedimento prevede “la corresponsione di un trattamento economico proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto in favore dei giornalisti e pubblicisti titolari di un rapporto di lavoro subordinato” e l’equità retributiva diventa requisito necessario per l’accesso ai contributi pubblici all’editoria. A valutare l’equità retributiva del lavoro giornalistico sarà una commissione composta da tre membri, di cui uno designato dal ministro del Lavoro e delle politiche sociali, con funzioni di presidente; uno designato dal ministro dello Sviluppo economico; uno designato dal Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti”.
“Siamo felici di constatare che alla politica delle parole si sta sostiuendo piano piano la politica dei fatti concreti e delle risposte da dare alla gente – dice Filippo Capellupo, componente di Azione Popolare, il movimento che fa capo a Silvano Moffa e presidente della Commissione per l’emersone del lavoro irregolare – l’emersione non si combatte solo il fase repressiva ma anche e soprattutto in fase propositiva. Dare la possibilità a tutti di ricevere un equo compenso per il lavoro prestato, significa dare forza contrattuale e tutti quei lavoratori le cui prestazioni sono troppo spesso sottostimate”.

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