Reggio Calabria. Si è celebrato ieri, dinanzi al Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria, Dr.ssa Silvana Grasso, l’interrogatorio di garanzia dei fratelli Clemeno, Bruno ed Emma, assistiti e difesi dall’avv. Domenico Neto. Il primo a rispondere alle domande del magistrato è stato Bruno, il quale ha dettagliatamente descritto il rapporto di conoscenza con la proprietaria del bar Royal e la frequentazione episodica del locale. Ha escluso di aver mai posto in essere condotte finalizzate a condizionare, con minacce e ritorsioni, l’attività commerciale allo scopo d’imporne la cessione in suo favore. Quanto alla spedizione punitiva del 21 febbraio scorso, in cui sei malviventi avrebbero danneggiato le suppellettili del bar ed aggredito la proprietaria unitamente alla figlia, Bruno Clemeno ha dichiarato la propria innocenza contestando le accuse rivoltegli dalle vittime anche in relazione alla paventata presenza di un’arma, subito riposta all’interno di un’autovettura. Su domanda specifica del proprio legale, avv. Neto, il Clemeno ha avuto modo di precisare che gli avventori del bar Royal erano persone di nazionalità straniera, con due delle quali in passato si era verificato qualche attrito poi sfociato in diverbio, ragione per la quale riteneva non più opportuno continuare a frequentare il bar in questione. Anche Emma Clemeno ha duramente replicato alle imputazioni provvisorie a lei contestate, ritenendo che in suo danno sia stata perpetrata una vera ingiustizia; ha precisato, infatti, di essersi recata presso il bar, unitamente al fratello Bruno, solo un paio di volte, e di non esservi più tornata perché non le piaceva. Ha inoltre respinto l’accusa che la vedeva protagonista, per di più imbracciando una mazza da baseball, al raid punitivo presuntivamente consumato a febbraio insieme ad altri cinque correi. All’esito dell’interrogatorio, l’avv. Neto ha preannunciato ricorso al Tribunale della Libertà.
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