Decennale morte Giacomo Mancini. Magarò (Lista Scopelliti): “La sua lezione viva e vegeta”

Reggio Calabria. “Prendiamo, specie quelli come me che dal suo insegnamento hanno attinto in profondità, dell’itinerario politico, storico e culturale di uno dei più fieri meridionalisti quale fu Giacomo Mancini, tutto ciò che può essere utile alla Calabria per farla uscire dal tunnel in cui nel corso del tempo è stata cacciata”. E’ l’auspicio del presidente della Commissione regionale contro la ‘ndrangheta Salvatore Magarò, che aggiunge: “Il decennale della morte del leader socialista deve aiutarci ad andare oltre le frammentazioni autolesionistiche del secolo scorso e ad anteporre gli interessi generali a quelli ideologici e divisivi, partitici e di schieramento. Personalmente – spiega il consigliere regionale della lista ‘Scopelliti presidente’ – in una stagione che, secondo le analisi acute di molti osservatori dei fatti politici, ha superato la seconda repubblica, francamente mi pare fuori luogo rimarcare polemiche risalenti a prima del crollo del muro di Berlino. Io – puntualizza Magarò – che ho ammirato l’atteggiamento autonomistico di Mancini, la sua capacità di essere protagonista e difensore strenuo delle ragioni del Mezzogiorno, senza mai piegarsi ai diktat di questo e di quello o ai voleri dei cosiddetti poteri forti che spesso hanno reso convulsa la vita politica italiana, sono dell’avviso che la sua lezione sia viva e vegeta. E che da essa, soprattutto le classi dirigenti calabresi, possano apprendere il senso profondo delle istituzioni, far proprio, nell’azione di governo, il fondamentale concetto della programmazione che aiuta a lavorare non solo per il presente ma anche per il futuro. Anche il suo essere un garantista irriducibile, rappresenta uno dei tratti peculiari che rendono Mancini un uomo moderno a cui guardare con il massimo d’attenzione e di rispetto. Il suo ossequio per il principio di legalità, che l’ha sempre animato, e il desiderio di misurarsi a tu per tu senza complessi d’inferiorità con gli altri leader italiani del suo tempo, fanno di questo politico, di cui come calabresi possiamo andare fieri, un esempio di leadership autorevole di cui, oggi in particolar modo, si avverte la mancanza. Il sottoscritto – conclude Magarò – non ritiene che sia decisivo, oggi, il luogo da cui si fa politica, in un frangente di grande trasformazione istituzionale, ma che conti soprattutto cosa si fa, come, con chi ed in vista di quali obiettivi. Se vogliamo sintetizzare almeno una grande lezione di questo politico, insuperabile per una serie di aspetti, non possiamo che soffermarci sul degrado in cui è lasciato dai governi il paesaggio meridionale. Ebbene, sono certo che se Mancini fosse in vita non starebbe, dinanzi alla disattenzione verso le aree svantaggiate del Sud, con le mani in mano. Farebbe capire, a modo suo, che il Paese non potrà mai farcela se non ce la fa il Mezzogiorno. Credo che il presidente Scopelliti abbia colto pienamente il significato di questo messaggio, e da politico che non intende mettere, come finora ha dimostrato, mai in secondo piano la regione che è stato chiamato a governare, saprà contestualizzare, assieme a tutti noi che abbiamo scommesso sul riscatto della Calabria, la lezione di Mancini e renderla efficace”

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