Musica ed emozioni nello spettacolo “Chi banda non sbanda” nel carcere di Rossano

Rossano Calabro (Cosenza). Una affluenza di studenti superiore a qualunque aspettativa e una esecuzione magistrale da parte dell’orchestra dell’ Orchestra Giovanile di Fiati “Paolo Ragone”, diretta dal Maestro Maurizio Managò sono i due ingredienti che hanno caratterizzato l’iniziativa di ieri 31 marzo svolta presso il Teatro dell’Istituto Penitenziario di Rossano. Infatti le scuole superiori di Rossano e dei paesi limitrofi hanno garantito una presenza di circa 350 studenti e oltre 50 accompagnatori per potere assistere allo spettacolo odierno chiamato “Chi Banda non sbanda”, un mix di musica ed emozioni create dalla esecuzione delle varie opere, applaudite a lungo durante l’esibizione, in particolare il Can Can di Jacques Offenbach arr. Lorenzo Pusceddu, l’Epopea Cavalleresca di Michele Mangani, The Mission di Ennio Morricone arr. Maurizio Managò, Mamma di C. A. Bixio arr. Angelo De Paola e La vita è bella di Nicola Piovani arr. Lorenzo Bocci, per terminare con l’esplosione di applausi finali e commozione per il Nessun Dorma (from Turandot) di Giacomo Puccini arr. Angelo De Paola. Sicuramente il momento particolarmente qualificante e commovente è stato quello della lettura, da parte del dirigente scolastico dell’Istituto Piria, dottoressa Mariarosaria Russo, appositamente venuta dalla cittadina rosarnese, delle testimonianze di figli di boss mafiosi del calibro dei Bellocco, dei Molè e dei Pesce di Rosarno che si dissociano da quello stile di vita e invitano a non credere nei falsi valori dettati dalla subcultura mafiosa che lascia soltanto dei vuoti enormi e incolmabili “…. perchè nessuna ricchezza, nessuna auto di lusso potrà compensare i Natali trascorsi lontani dal genitore e i compleanni in solitudine. “. A seguire alcuni detenuti del reparto di Alta Sicurezza hanno dato le loro testimonianze di vita sul proprio passato delinquenziale invitando, con un appello accorato, a non farsi abbagliare dalla vita facile prospettata dalla rete della criminalità organizzata in quanto i valori sono altri e, primo tra tutti, la scuola. Il dottor Carrà, dirigente del penitenziario, afferma: “La manifestazione che abbiamo organizzato insieme al Comandante del Reparto Elisabetta Ciambriello, presentava diverse incognite in quanto, insieme a dell’ottima musica, si è pensato di scandagliare a fondo l’animo e il passato criminale della popolazione detenuta di stampo mafioso facendo leva su quei sentimenti fortissimi insiti in ogni uomo e cioè il legame padre-figlio al fine di iniziare a creare delle crepe nel muro di subcultura di cui sono infarciti. Pertanto si capisce che l’operazione poteva rivelarsi un insuccesso sotto diversi aspetti perché, da un lato, potevano verificarsi delle defezioni tra i ristretti e, dall’altro, poteva verificarsi una partecipazione solo passiva, “dovuta” . Al contrario, invece, non solo la popolazione detenuta del circuito A.S. è stata entusiasta nel cogliere questa opportunità ma, altresì, ha partecipato attivamente raccontandosi e invitando a non seguire strade devianti e, soprattutto a studiare perché, come ha detto un detenuto, “ certi errori non sono frutto della miseria ma dell’ignoranza”. Posso affermare che da quando dirigo questa struttura l’evento più emozionante è stato “Chi banda non sbanda” sia per l’adesione enorme ottenuta che per la qualità della manifestazione che è riuscita a fare da collante al filo conduttore che da anni continuo a proporre: scuotere le coscienze dei ristretti e al tempo stesso fornire un esempio da non seguire ai giovani facendo sentire dalla viva voce di quelli che potrebbero essere i loro padri, fratelli, il dolore che si prova e la consapevolezza degli errori commessi senza potervi più porre rimedio ( come ha affermato un detenuto condannato al c.d. ergastolo ostativo). Lo scopo ultimo è quello di fare percepire ai giovani che la mafia non è invincibile e che anzi ha già perso perché ad essa si stanno ribellando le mogli, le madri, le sorelle e, come dimostra l’Orchestra Ragone ( che al suo interno conta diversi ragazzi figli di boss della mafia), anche i figli che lasciano la strada della malavita per dedicarsi all’arte con il beneplacito ( forse mai confessato pubblicamente) anche degli stessi genitori. L’evento è stato ripreso da RAI 3 Regione Calabria che darà ampio spazio nel telegiornale regionale e da TELE A1 che lo trasmetterà integralmente nei prossimi giorni.

 

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