Cosenza. Al Conservatorio due giorni con la musica elettronica

Cosenza. La stagione del Conservatorio di Cosenza apre una seducente finestra sul mondo della musica moderna. Si tratta dei concerti di musica elettronica ed elettroacustica che si terranno nell’Auditorium della Casa della Musica, a Piazza Amendola, giovedì 12 e venerdì 13 aprile alle ore 20,30. Il concerto del 12 sarà realizzato dagli studenti del Dipartimento di Musica Elettronica del Conservatorio, Massimo Palermo, Costantino Rizzuti e Giovanni Scarpello, che eseguiranno opere di Jonty Harrison, Else M. Pade, Mario Mary e Bruno Maderna. L’esibizione sarà preceduta, alle ore 19,00, da una lezione introduttiva aperta al pubblico, tenuta dal M° Francesco Galante, sulla musica elettroacustica dalle sue origini ai nostri giorni. Il M° Galante, docente di composizione musicale elettroacustica presso il Conservatorio di Cosenza, illustrerà alcune fasi del cammino svolto dalla musica elettroacustica a partire dalla sua dimensione storica, fino alle diverse espressioni attuali che sono emerse dal rapporto tra musica e tecnologia elettroacustica. In particolare verranno sottolineate le mutazioni sopravvenute nella musica a partire dalla metà del XX° secolo, proprio a seguito della introduzione delle tecnologie elettroacustiche e digitali nel fare compositivo. Il concerto del 13 invece, sarà realizzato dai docenti Francesco Galante, Ivano Morrone e dagli studenti sovramenzionati del Dipartimento di Musica Elettronica, che eseguiranno musiche di Massimo Palermo, Tommaso Muto, Costantino Rizzuti, Francesco Galante e Ivano Morrone. Tale concero prevede anche la partecipazione di Valeria Veschini (voce recitante), Florian Lakatus (cantante di musica rom). «Noi abbiamo chiamato la nostra musica concreta, poiché essa è costituita da elementi preesistenti, presi in prestito da un qualsiasi materiale sonoro, sia rumore o musica tradizionale. Questi elementi sono poi composti in modo sperimentale mediante una costruzione diretta che tende a realizzare una volontà di composizione senza l’aiuto, divenuto impossibile, di una notazione musicale tradizionale». È questo una sorta di manifesto teorico della cosiddetta Musica Concreta, esposto dal suo capostipite, l’ingegnere e tecnico del suono francese Pierre Schaeffer nel Trattato degli oggetti musicali del 1966. Quest’anno per di più, ricorrono i 60 anni dalla pubblicazione a Parigi del libro di Schaeffer À la recherche d’une musique concrète, un testo fondamentale per la musica elettroacustica che aveva affiancato i primi risultati musicali sperimentali di Schaeffer e Pierre Henry, presso la Radio di Parigi. Risultati che portarono alla nascita della musique concrète, ovvero alla nascita di una nuova possibilità della musica di essere pensata, realizzata e praticata mediante la tecnologia. Si assisterà così ad un rivoluzionamento musicale nel quale il compositore si svincola dall’idea di nota e dall’astrazione della partitura, per operare direttamente con la materia sonora di qualunque natura. In altre parole: superare l’immaterialità del suono per giungere alla sua concretizzazione. È quanto è avvenuto dal momento in cui la musica è partita dal suono inciso su disco e poi su nastro magnetico e che oggi si avvale del suono digitale e dell’uso dei computers.

 

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