Reggio Calabria. Questa mattina la Direzione Distrettuale Antimafia e la Guardia di Finanza di Reggio Calabria hanno assestato l’ennesimo duro colpo ai patrimoni illecitamente accumulati dalle cosche di ‘ndrangheta operanti nel territorio di Reggio Calabria e della sua provincia. In particolare, sotto la direzione del Procuratore facente funzioni della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, Ottavio Sferlazza, del procuratore aggiunto Michele Prestipino Giarritta e del sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria Stefano Musolino, i finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, diretto dal tenente colonnello Claudio Petrozziello, su disposizione del Presidente del Tribunale di Reggio Calabria/Sezione Misure di Prevenzione – Kate Tassone, hanno sottoposto a sequestro società, beni mobili, immobili, titoli e denaro contante per un ammontare pari a 3 milioni di euro, nei confronti di Cosimo Giuseppe Leuzzi, di recente condannato per associazione mafiosa nel processo “Crimine”, in qualità di componente apicale del “Locale di Caulonia”.
In particolare, il Leuzzi era tra coloro che assumevano le decisioni più rilevanti, impartendo disposizioni ovvero comminando le “sanzioni” agli altri associati, partecipando ai riti di affiliazione e decidendo chi doveva entrare a far parte della ‘ndrangheta. Del resto, Cosimo Leuzzi era stato già definito in un precedente provvedimento giudiziario come “un mafioso imprenditore” e non come un “imprenditore che diviene mafioso”.
Già ritenuto socialmente pericoloso in virtù della sua appartenenza alla cosca Ruga-Metastasio, operante nel territorio di Monasterace e nelle zone viciniori, il Leuzzi, forte della sua adesione alla cosca (il collaboratore Procopio lo ha indicato come un esponente di spicco di essa, con lo specifico compito di intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni operanti nella zona per ottenere l’aggiudicazione degli appalti più lucrosi) ha da sempre evidenziato una non indifferente propensione al sopruso e alla violenza, prevaricando le ditte concorrenti e costringendole a non partecipare alle gare d’appalto indette dalle Stazioni Appaltanti della Locride.
Per tali fatti, negli anni 2005 e 2006, il Leuzzi è stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza e, contemporaneamente, disposto il sequestro patrimoniale dei beni al medesimo riconducibili (di cui, in parte, la Cassazione annullava la confisca nel 2007).
Ancora, in data 9.2.2008, è stato tratto in arresto unitamente a Erminio Niceforo, per il reato di intestazione fittizia di beni, aggravato dalla circostanza di aver agevolato la nominata cosca di ‘ndrangheta Ruga-Metastasio, perché insieme costituivano l’impresa Niceforo Erminio e la Icaro S.r.l. che, rispettivamente, intestavano fittiziamente al Niceforo Erminio e a Leuzzi Antonio, figlio di Cosimo, ma di fatto riconducibili al medesimo Cosimo Leuzzi.
In particolare, Erminio Niceforo, dopo avere costituito l’omonima ditta, gestita di fatto da Cosimo Leuzzi, prendeva in locazione la “Ditta LEUZZI Cosimo”, già confiscata con provvedimento del Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione, del 25.11.1997.
In un secondo momento, quindi, Erminio Niceforo cedeva l’azienda di cui era titolare fittizio alla “ICARO s.r.l.”, intestata a sua volta fittiziamente ad Antonio Leuzzi, ma anch’essa gestita nel concreto dal padre Cosimo, consentendo a quest’ultimo il controllo e la disponibilità di fatto dell’azienda confiscata, con la conseguente elusione della misura di prevenzione allo stesso applicata.
Quest’oggi, quindi, al termine di complesse ed articolate investigazioni di natura economico patrimoniale, delegate dal Dott. Michele Prestipino Giarritta, coordinatore dell’attività in materia di misure di prevenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, è stato possibile accertare come il Leuzzi – nel periodo dal 1993 alla data odierna – abbia potuto disporre di una lecita capacità contributiva pari a soli € 90.000,00 circa, a fronte di investimenti assolutamente sperequati rispetto ai redditi dichiarati.
In conclusione, nel solco della strategia di contrasto da tempo avviata con successo dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, l’aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati continua a rimanere lo strumento più efficace per far perdere alla ‘ndrangheta ed ai soggetti – comunque vicini alla medesima – il prestigio all’interno del proprio ambiente criminale, privandola del fondamentale strumento di condizionamento delle realtà socio economiche, tradizionalmente occupate e soffocate dall’indisturbata presenza delle loro risorse e del loro controllo.
In sintesi, con l’attuale operazione sono stati cautelati:
- quote sociali, capitale sociale e patrimonio aziendale della “I.C.A.R.O. S.r.l.” Unipersonale, con sede a Stignano (RC), contrada Favaco nr. 154, esercente l’attività di “Lavori Generali di Costruzione di edifici”, intestata a LEUZZI Antonio;
- “Ditta Individuale NICEFORO Erminio”, con sede a Reggio Calabria, Contrada Favaco, esercente l’attività di “Pulizia delle aree pubbliche, decontaminazione e disinquinamento dell’ambiente”, intestata a NICEFORO Erminio ma diretta espressione imprenditoriale del LEUZZI Cosimo;
- 12 unità immobiliari di cui n. 11 terreni (seminativi arborei ed uliveti) e n. 1 fabbricato;
- 2 autovetture;
per un valore totale di stima pari a € 3 milioni circa.