Villa San Giovanni. Variante urbanistica: depositato ricorso al Tar

Villa San Giovanni (Reggio Calabria). E’ approdata al TAR di Reggio Calabria la delibera con la quale, il 7 febbraio scorso, il Consiglio Comunale ha approvato una variante urbanistica di circa 280.000 metri quadri e che ha generato tante polemiche. A rivolgersi al giudice amministrativo sia i due consiglieri comunali del “Gruppo Misto”, Luigi Sorrenti e Massimo Morgante, ma anche l’Associazione Ethos, a tutela dei beni paesaggistici ed ambientali, oltre che etici, naturalmente. Nelle 65 pagine che compongono la memoria depositata al TAR, una lunga serie di vizi e di illegittimità che vanno dalla mancanza di legittimazione dell’Ente ad istruire le pratiche delle Attività Produttive, sino alla violazione di numerose leggi e provvedimenti regolamentari, naturalmente passando per la mancata ottemperanza delle prescrizioni imposte dallo stesso Tribunale Amministrativo, fino al pericolo di dissesto economico per l’Ente, paventato dalla pretesa risarcitoria da parte della ditta richiedente. Nel ricorso vengono anche spiegate le ragioni giuridiche che hanno indotto i due consiglieri comunali a non partecipare alla discussione ed alla votazione della “variante urbanistica” ed, in particolare, vengono elencati i motivi per i quali, a causa della carenza di documentazione, non fosse possibile, sulla scorta delle disposizioni regolamentari, porre in discussione la questione. E’ una battaglia non solo giuridica ma anche etica, perché l’approfondita analisi scaturita dalla documentazione acquisita, esprime l’alto livello di approssimazione e di superficialità con cui è stata affrontata una vicenda destinata a creare squilibri nell’impianto generale della pianificazione urbanistica, senza che possa rilevarsi un concreto e garantito interesse pubblico. La mancata previsione di un termine temporale entro il quale realizzare le opere proposte, la cui necessità è stata autorevolmente sancita dalla giurisprudenza, dimostra un pericoloso pressapochismo che sacrifica, senza alcuna garanzia, l’interesse pubblico che invece deve prevalere perché a tale interesse è ispirata tutta l’attività della pubblica amministrazione. D’altro canto, le attuali vicende fallimentari relative ad altre strutture commerciali, dimostrano che il pressapochismo e la superficialità, invece di creare occupazione, rischiano di trasformare giovani inoccupati in un numero sempre più alto di disoccupati con conseguenze devastanti per la società e con il concreto rischio che l’habitat di un intero territorio venga pregiudicato senza rimedio.

Luigi Sorrenti e Massimo Morgante (Gruppo Misto)

 

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