Reggio Calabria. E’ per l’assassinio di Angela Costantino che alcuni dei 12 arrestati odierni dalla Squadra Mobile viene contestato il reato di omicidio e occultamento di cadavere. Ad essere accusati di tali reati sono Vincenzo Lo Giudice (fratello di Nino), 51 anni, il cognato Bruno Stilo, 51 anni, e il nipote Fortunato Pennestrì, 38 anni.
La donna, il cui corpo non fu mai più ritrovato, madre di 4 figli scomparsa nel 1994 all’età di 25 anni mentre si stava recando a trovare il marito detenuto nel carcere di Palmi, era sposata con Pietro Lo Giudice, 46enne, figlio del boss Giuseppe (quest’ultimo ucciso in un agguato nel 1990) e fratello di Vincenzo, considerato uno dei principali protagonisti della seconda guerra di mafia, scoppiata tra la metà degli anni 80 e l’inizio degli anni 90.
Da quanto emerso dalle indagini della Squadra Mobile, la donna sarebbe stata uccisa perché una relazione extraconiugale mentre il marito era detenuto. Tradimento che avrebbe indotto i capi della cosca Lo Giudice a ordinarne l’uccisione. Due giorni dopo la scomparsa della donna, l’autovettura con la quale la donna si stava recando a Palmi, una Fiat Panda, fu fatta ritrovare a Villa San Giovanni. Da allora nessuna traccia più di Angela Costantino.
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