Reggio Calabria. Abbiamo letto l’ennesima “perla”, sotto forma di comunicato stampa, propinataci della maggioranza del Consiglio Comunale di Reggio Calabria (sono tanti, ma parla sempre uno). Sui contenuti “farneticanti” del documento, che tra le altre cose confonde movimenti ed associazioni, sarebbe stato consigliabile stendere un velo pietoso, ma un passaggio preoccupa perché denota una concezione della politica ristretta, settaria, anticostituzionale, che ritiene i partiti (questi partiti) gli unici soggetti legittimati ad occuparsi di politica. Concezione che, per diretta conseguenza, solleva quel sentimento popolare “dell’antipolitica” che tanto pervade la nostra società. Proviamo a fornire a questi nostri Consiglieri Comunali, una rinfrescata dei diritti costituzionali. L’art.18 della nostra Costituzione cita: “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalle leggi penali. Sono proibite le associazioni segrete e quelle che perseguono, anche indirettamente, scopi politici mediante organizzazioni di carattere militare”. Come ai più appare evidente, ma forse sfugge ai nostri solerti Consiglieri Comunali, improvvisamente innamorati della trasparenza e della partecipazione, sono espressamente garantiti sia il diritto di associazione tra cittadini, sia il diritto di espletare attività politica. Attività politica che fino a prova contraria può (e deve) essere impegno condiviso da parte di tutti; impegno verso il controllo, la trasparenza e la correttezza dei vari atti amministrativi e/o politici che le amministrazioni adottano. Se i cittadini ravvisano gravi e continuate irregolarità formali e sostanziali da parte delle stesse, non solo hanno il diritto, ma anche il dovere di denunciarle e combatterle. Non solo i partiti, che comunque sono anch’essi garantiti dalla Costituzione, sono soggetti abilitati ad occuparsi della cosa pubblica (e per fortuna, aggiungiamo noi). Nella speranza che qualcuno capisca, vorremmo anche ricordare che sarebbe stato auspicabile, negli anni sin qui trascorsi, che qualcuno di questi solerti signori avesse alzato almeno un sopracciglio difronte al disastro politico-amministrativo che la giunta Scopelliti ha prodotto. Sarebbe bastato un colpo di tosse, un “io non ci sto”, una dimissione non provocata, un sussulto d’orgoglio qualsiasi, invece dei soliti ed ossequiosi signorsì. Ma entrare nel merito delle questioni non conviene e quindi meglio delegittimare tutti coloro che si oppongono o non condividono. Così come succede alla nostra associazione, che vive ed è vissuta non sul personalismo o le ambizioni di qualcuno, ma sulle denuncie e sulle proposte. Denunce che non arrivano ora, quando appare a tutti la gravità della situazione, ma negli anni in cui lo “scopellitismo” ed il modello Reggio erano imperanti, anni grazie ai quali tanti in questa Città hanno costruito carriere e fortune, chiudendo, bocca, occhi ed orecchie. Due dei nostri associati hanno scelto di aderire (altri si accasano!) ad un partito e lo hanno fatto nella massima trasparenza, abbandonando le loro cariche associative, cosa sconosciuta a chi accumula cariche e prebende, aggiungo io, proprio per non inficiare il lavoro ed il percorso di Ethos. Un modus operandi che, invece di essere preso come esempio, è stato strumentalmente criticato, paventando inesistenti personalismi e scopi elettorali solamente per tentare grossolanamente e maldestramente di ridimensionare l’ennesima richiesta di trasparenza e partecipazione che, questa volta, non proviene da Ethos, ma da un altro movimento di liberi cittadini, a cui fra l’altro, rivolgiamo piena solidarietà e condivisione per la meritoria manifestazione svolta in piazza Italia.
Sebastiano Cristiano – Presidente Ethos