Appello di una mamma al presidente della Regione: “La nostra piccola Giulia abbandonata dalle istituzioni”

Corigliano Calabro (Cosenza). Il prossimo 5 maggio mia figlia Giulia Montera partirà nuovamente alla volta di Roma per effettuare le cure mediche di cui necessita. Ancora una volta, io e mio marito, insieme alla nostra bambina, affronteremo l’ennesimo “viaggio della speranza” per consentire a Giulia di ricevere tutta l’assistenza sanitaria di cui ha bisogno, dopo la devastante esperienza in territorio coriglianese. I nostri viaggi sono ormai numerosi e siamo costretti a recarci a Roma molto spesso, non per trascorrere un fine settimana all’insegna del divertimento, ma purtroppo per motivi di salute. Sono qui per denunciare, in qualità di “mamma-coraggio” di una bambina che chiede solo di vedersi riconosciuto il diritto alla salute costituzionalmente garantito, di mamma che chiede giustizia per sua figlia e rispetto della vita e della dignità umana, come ancora una volta le istituzioni siano latitanti e l’indifferenza regni sovrana. La mia famiglia può contare unicamente sul sostegno, libero e disinteressato, di quanti hanno a cuore le sorti della piccola Giulia dopo averne conosciuto la triste storia, e di nessun altro. Dal Comune di Corigliano non abbiamo alcun aiuto o risposta. Dalla Regione Calabria non abbiamo alcun aiuto o risposta. E a questo proposito mi rivolgo direttamente al Presidente della Regione: è mai possibile che da un anno chiedo di essere ascoltata, di ricevere risposte e assistenza per la mia bambina, ma tutto questo non è possibile? cosa deve fare una mamma per chiedere aiuto e avere modo di esporre la storia della propria bambina e chiedere quello di cui necessita? Lo stesso discorso vale anche per la Chiesa locale, che evidentemente non ci ritiene degni di ricevere offerte e aiuti di qualsiasi natura. Anche in questo caso, forse, vale la politica dei due pesi e delle due misure: l’aiuto avviene secondo discrezionalità, ma Giulia e la sua famiglia non rientrano in siffatta generosità! Tutto questo è assurdo, poiché essere abbandonati dalle istituzioni calabresi e da chi dice di amare il prossimo vuol dire contribuire a gettare sconforto su sconforto, problemi su problemi. E tutto questo è doppiamente assurdo se si pensa che la nostra famiglia riceverà la visita, nei prossimi giorni a Roma, di esponenti della politica e delle istituzioni che intendono conoscere la vicenda di Giulia Montera. Ma io non mi arrendo, perché voglio il bene di mia figlia e chiedo solo aiuto in suo nome. Se continuerò a non ricevere risposte, soprattutto dal Presidente della Regione, non escludo di dare vita a clamorose iniziative di protesta, perché Giulia merita rispetto, attenzione, ascolto.

Maria Lauricella

 

Exit mobile version