Villa San Giovanni (Reggio Calabria). Scaduto il termine per la convocazione del Consiglio Comunale in merito alla proposta di revoca della variante sul “Parco dei Falchi”, è inevitabile prendere atto che questa decisione rappresenti, finalmente, un primo atto di chiarezza da parte del Sindaco, Rocco La Valle, che dopo avere, nel recente passato, difeso la propria democraticità e trasparenza, ha finalmente gettato la maschera insieme ad una ambigua coltre di fumo che va diradata al più presto. Una volta presentata nei termini e nei modi fissati dalla legge, infatti, la richiesta di convocazione non appartiene più a chi l’ha presentata, ma all’intero Consiglio Comunale, così come la stessa convocazione non appartiene più nemmeno al Presidente del Consiglio, il quale non può entrare nel merito e deve limitarsi alla convocazione. A dimostrazione di avere studiato la democrazia dal regime dei colonnelli greci, invece, il Sindaco La Valle ha, con ogni evidenza, ritenuto inopportuna la convocazione, così dimostrando di essere totalmente inadeguato nel ruolo istituzionale che ricopre, tanto da non capire la differenza di funzioni tra l’Esecutivo da egli guidato ed il Consiglio Comunale. Proprio per rimarcare questa differenza, essendo scaduto il termine per procedere alla convocazione, lunedì mattina verrà notificato un atto di diffida diretto al presidente del Consiglio Comunale, Rocco Cassone, perché provveda immediatamente a convocare l’Assemblea. Quanto al merito della vicenda, questo nuovo aspetto fa diventare inquietante i contorni della delibera di variante urbanistica, concessa con estrema superficialità. Se La Valle, infatti, fosse realmente convinto di avere agito nel pieno della legittimità, non avrebbe dovuto avere nessun dubbio a discutere in aula della vicenda e far votare alla propria maggioranza la semplice riconferma del giudizio favorevole già espresso il 7 febbraio scorso. La richiesta di revoca, occorre ricordarlo, nasce dal fatto inedito, segnalato dagli ambientalisti che l’area oggetto di variante ricade in pieno in una Zona di Protezione Speciale, tutelata in sede Comunitaria sulla quale La Valle non ha inteso rispondere, a dimostrazione dell’errore commesso. La questione, quindi, assume aspetti sconvolgenti, perché l’atteggiamento assunto esplicita in modo netto che La Valle e la sua maggioranza non sono in grado di rispondere alla miriade di violazioni contenute in quella deliberazione, col risultato di non poter più garantire la riconferma di un provvedimento favorevole, a meno di non far assumere, alla propria maggioranza, la responsabilità di reiterare un provvedimento viziato. In ogni caso, con questa sciagurata iniziativa, La Valle ha impresso l’accento sui motivi che lo rendono prigioniero di una variante urbanistica, per adottare la quale non si è “badato a spese” in termini di violazioni di norme di legge. Posta in questi termini, visto che la vicenda del “Parco dei Falchi”, con i conflitti d’interesse che la contraddistinguono, ha caratterizzato almeno tre Amministrazioni Comunali, diventa inevitabile che il Consiglio proceda ad un attenta e puntigliosa verifica di tutti quegli aspetti che, anche nel passato, sono stati liquidati con eccessiva approssimazione.
Luigi Sorrenti – Massimo Morgante (Gruppo Misto)