Roma. «La provocazione inviatami a mezzo stampa dal mini-commissario D’Attorre riflette soltanto le sue personali opinioni». Lo dichiara in una nota l’europarlamentare Pd Pino Arlacchi. «Né il gruppo dirigente nazionale, di cui mi onoro di far parte come responsabile per la sicurezza internazionale, né il partito calabrese hanno avallato le insolenze di D’Attorre (“Arlacchi scelga con chi stare”) nei confronti del mio lavoro al servizio dello sviluppo della Calabria. È inaudito – prosegue Arlacchi – che un piccolo funzionario, inviato per pochi mesi con il compito di preparare un Congresso, si permetta di insinuare dubbi sulla mia lealtà verso il partito, usando toni sprezzanti e falsi argomenti contro un parlamentare che ha sempre concordato il suo impegno con il Partito Democratico a tutti i livelli, dal locale al nazionale». «Il progetto Magna Grecia – spiega l’eurodeputato – è stato da me ideato e promosso assieme ad un gruppo di Comuni prima delle ultime elezioni calabresi ed ha goduto del costante sostegno del gruppo Pd in Consiglio Regionale. È nato come un’iniziativa squisitamente bipartisan, approvata con una legge regionale votata all’unanimità, ed é guidato a titolo gratuito da un presidente che non svolge funzioni di gestione, ma di indirizzo, promozione e raccolta fondi. Il “nodo da sciogliere” con il mandato europeo – aggiunge Arlacchi – esiste perciò solo nella testa di D’Attorre, il cui senso della misura trionfa poi nell’incredibile pretesa che un europarlamentare che lavora per far procedere un progetto strategico per lo sviluppo della regione, come quello di Gioia Tauro, debba chiedere il permesso a un uccelletto di passaggio nei cieli locali per poter organizzare una riunione di lavoro tra entità istituzionali nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles», conclude Arlacchi.
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