Reggio Calabria. Nuovo grande successo del “danzautore” reggino Giovanni Battista Gangemi che, in occasione della Giornata internazionale della danza, celebratasi ieri, si è esibito sul prestigioso palco della Fondazione nazionale della danza, Compagnia di Aterballetto di Reggio Emilia.
Il ballerino e coreografo Gangemi ha “raccontato” con la sua gestualità coreutica, in un passo a tre da lui stesso firmato, la nascita della follia nell’infinito umano, appassionando il raffinato uditorio insieme alle danzatrici Desirèe Falconieri e Marta Lore.
Giovanni Battista Gangemi, il cui talento è ormai ampiamente riconosciuto al di fuori dei confini calabresi, ha iniziato a studiare danza da bambino, sperimentando diversi generi. Dal ballo sportivo nel giro di pochi anni si è trasformato in un ottimo ballerino di moder-jazz. Quindi, il passaggio alla danza classica e infine alla contemporanea. A sancire definitivamente la maturazione artistica di Gangemi le sue particolarissime scelte coreografie che rappresentano temi sociali. Come è stato sottolineato da diversi critici, esse sono un campo aperto in cui trovare nuovi moduli espressivi capaci di rileggere la realtà, smontare e rimontare il mondo attraverso l’originalità del gesto. Un gesto che trasmette emozioni nel contesto coreografico e scenico, così da divenire voce narrante anche attraverso il rapporto simbolico creato dall’interazione con gli oggetti.
Tra i suoi spettacoli più recenti come non ricordare il passo a due maschile messo in scena lo scorso primo maggio al teatro Rasi di Ravenna, in occasione del premio alla carriera alla maestra Susanna Zimmermann; e il passo a due contro l’omofobia rappresentato a Reggio al teatro Cilea, per desiderio della sua maestra di danza e amica Gabriella Cutrupi.
E ora il successo dello spettacolo alla Fondazione Aterballetto di Reggio Emilia nell’ambito della giornata della danza in cui è stato consegnato il premio alla carriera al maestro Alberto Testa, che rappresenta un ulteriore conferma nella brillante carriera di Giovanni Battista Gangemi.
Raffaele Putortì