Reggio Calabria. Era il 3 maggio del 1982 quando Gennaro Musella venne ucciso a Reggio Calabria per mano della criminalità organizzata che piazzò un ordigno esplosivo nella sua auto, parcheggiata in via Apollo, non lontano da piazza Castello. A trent’anni esatti dalla morte dell’imprenditore salernitano che si era trasferito in Calabria per occuparsi dei lavori legati alla costruzione di opere marittime come il porto di Bagnara Calabra, l’associazione antimafia ‘Riferimenti-il Coordinamento della Gerbera Gialla’ ha organizzato per questa giornata una serie di eventi ed iniziative volte a rendergli omaggio.
Alle 9,30 è partito da piazza De Nava un corteo animato prevalentemente da circa un migliaio di studenti delle scuole della provincia di Reggio e non solo. In prima fila Adriana Musella, figlia di Gennaro Musella e alla guida dell’associazione ‘Riferimenti’; Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia; il presidente del Consiglio Regionale, l’on. Francesco Talarico; diversi sindaci calabresi tra i quali Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno e più volte minacciata dalla ‘ndrangheta.
Tanti i colori e numerosi gli slogan ideati dai ragazzi, tutti con in mano la gerbera, simbolo della rinascita e “sole che dissolve il buio della violenza”, come recitava lo striscione dell’associazione.
Per il presidente del Consiglio Regionale, Francesco Talarico, “la diffusione della cultura della legalità tra i più giovani si compie attraverso non solo la repressione attuata da magistratura e forze dell’ordine ma anche attraverso la prevenzione. Anche la Regione Calabria sta facendo la sua parte, pensiamo all’inaugurazione della Bottega della Legalità in Consiglio o alla creazione di un polo documentale sulle cosche nella Biblioteca Regionale”. Alla domanda se la politica della regione possa presentarsi come interlocutore credibile ai giovani di questa terra in tema di legalità, ha poi risposto che “la massima assise calabrese non può essere intaccata dalle responsabilità dei singoli che nulla c’entrano con le istituzioni”. Ma certamente “i partiti devono stare attenti nella formazione delle liste, riponendo maggiore attenzione negli interessi della comunità”.
Il corteo ha attraversato il Corso Garibaldi per poi, attraversando piazza Duomo, raggiungere via Apollo dove è stata scoperta una targa dedicata a Gennaro Musella. Qualche attimo di tensione è stato registrato nei pressi di piazza Castello, all’altezza di via Cimino, dove un’autovettura priva di conducente era parcheggiata lungo il percorso che il corteo si accingeva ad intraprendere. Prima di provvedere alla rimozione del mezzo ‘sospetto’, le unità cinofile hanno svolto i controlli di routine per essere sicuri che dentro non vi fosse del materiale esplosivo o comunque pericoloso per la pubblica sicurezza.
Arrivati in via Apollo, la vedova di Gennaro Musella e la figlia Adriana hanno scoperto la targa intitolata all’imprenditore campano, ucciso “per essersi opposto alla sopraffazione mafiosa” come scritto sulla lastra commemorativa.
Soddisfatta per la buona riuscita di un corteo che si svolge da ben diciannove anni, Adriana Musella ha voluto ringraziare il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha voluto dedicare quest’anno due targhe coniate dalla Zecca di Stato in ricordo di Gennaro Musella e di Falcone e Borsellino. “La lotta alla mafia è un problema soprattutto culturale” – ha proseguito la Musella – “e i ragazzi devono essere educati e stimolati per sviluppare una coscienza critica che permetta loro di contrastare la criminalità organizzata. Vent’anni fa in Calabria si diceva che la mafia non esistesse, oggi per fortuna le cose sono cambiate”.
La mattinata si è poi conclusa con un’iniziativa al Teatro Cilea, alla quale ha preso parte anche il Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.
Giovanni Cordova