Reggio Calabria. Diversi magistrati che lavorano al Tribunale di Reggio Calabria ”sono incompatibili o perché imparentati tra di loro o perché legati da rapporti di parentela con avvocati che esercitano la loro attività nello stesso Distretto”. Lo ha messo per iscritto, in un esposto presentato al vicepresidente del Csm ed al ministro della Giustizia, l’architetto reggino Carmelo Gatto, in passato preside dell’Istituto Tecnico-Industriale “Vallauri”. Il professionista, che ha scritto anche al Presidente del Senato ed al procuratore generale della Corte di Cassazione, domanda se ”in considerazione dei rapporti di parentela e di affinità esistenti, sia legittimo ed opportuno, per la trasparenza che deve contraddistinguere l’esercizio dell’azione giurisdizionale, il perpetuarsi di tali rapporti che incidono sulla carriera di ogni singolo magistrato in ogni momento della sua attività per la quale è sottoposto a valutazione immediata e diretta da parte del Consiglio giudiziario”. L’architetto, poi, vuole sapere se “i magistrati in questione e tutti gli altri che versano nelle stesse condizioni abbiano reso apposita e periodica dichiarazione sull’incompatibilità, così come previsto dal Csm. Il dato che emerge da questa situazione, comunque, è che in poche famiglie si concentra il potere dell’attività giurisdizionale in una piccola città come Reggio Calabria”.