In merito alla spinosa questione della riorganizzazione delle strutture per disabili mentali nell’ambito della provincia di Reggio Calabria, a seguito degli atti deliberativi di recente adottati in sfregio ad ogni regola di rispetto dei principi etici da parte dell’amministrazione dell’ASP 5, il Movimento “Peppe Trapasso” ha ravvisato la necessità di riunirsi con urgenza, presso la sede dell’ “Associazione Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, per definire le prime azioni di ferma protesta verso l’operato degli amministratori e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica, rendendole note all’attenzione dei mass media locali.
La costituzione del movimento nonchè l’incontro odierno è stato fortemente voluto dalle associazioni dei parenti di utenti dei servizi psichiatrici: ANNFAS, Pandora e Fish sono le associazioni attorno a cui il movimento si è aggregato. I familiari sono i soggetti che, assieme gli utenti stessi, subiscono più di tutti le ingiustizie che vengono perpetrate a seguito delle decisioni adottate dagli amministratori. Attorno a queste associazioni di familiari si sono aggregate diverse tra le forze più vive del volontariato e del terzo settore della città e precisamente MoVI Federazione Provinciale di Reggio Calabria , Coordinamento Provinciale del Terzo Settore, Piccola Opera Papa Giovanni Onlus , Centro comunitario Agape, “Libera. associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. Forum Terzo Settore Area Grecanica, associazione Armonia. Il movimento sarà aperto a tutte le associazioni di volontariato che vorranno condividere nella sostanza quella che , oltre alla strenua difesa degli interessi dei più deboli, è una doverosa battaglia di civiltà attorno a cui nessuno può restare insensibile.
Ha introdotto i lavori Mimmo Nasone di “Libera” che ha ricordato come il luogo scelto per l’incontro sia stato per lungo tempo la casa del compianto Monsignor Calabrò, Don Italo come lui amava continuare a farsi chiamare, Sacerdote degli ultimi, verso cui ha avuto attenzioni e cure straordinarie, in particolare per chi, soffrendo di disturbi psichici, subiva lo stigma di “malato mentale” . Come Peppe Trapasso, a cui Don Italo era particolarmente legato, indimenticabile personaggio che col suo agire naif rivendicava i diritti delle persone, come lui, sofferenti. Per questo, è stato ricordato, si è dato il suo nome al movimento. Mimmo Nasone ha concluso il suo intervento evidenziando come una lotta severa contro la mafia non possa prescindere dalla salvaguardia dei diritti dei più deboli, in specie laddove gli stessi diritti risultano minati da ben diversi interessi.
Orsola Foti, ha rammentato ai presenti il ruolo del “Movimento Peppe Trapasso” di cui è coordinatrice e le azioni già intraprese a sostegno dei diritti dei disabili mentali , quali l’adozione della “Carta dei Diritti degli Utenti “ dell’ANFFAS e la condivisione del “documento per la riorganizzazione delle strutture psichiatriche” predisposto dal “coordinamento provinciale del terzo settore”. Ha altresì evidenziato come sia stato istituito dal Movimento un osservatorio permanente sui bisogni e sui servizi resi agli utenti nel territorio dell’ASP 5, volta in particolare a monitorare con attenzione i servizi resi agli utenti nelle strutture psichiatriche sia dal pubblico che dal soggetto convenzionato.
Si è quindi passato a discutere circa l’atto deliberativo n. 235 del 30 Aprile, adottato dall’ASP, ignorando le grida di allarme provenienti da diverse parti della società civile, sottraendosi con una serie di sotterfugi al confronto con le associazioni del Volontariato e dei familiari. Confronto la cui doverosità, prima ancora che per il rispetto della normativa vigente in materia, è sancita dai principi etici che dovrebbero essere alla base di ogni azione della pubblica amministrazione. L’atto riprende, nell’interezza, i contenuti della 141, la delibera di Giunta Regionale del 2009 adottata per la riorganizzazione del “Manicomio” di Girifalco, ennesima sconcertante beffa ai danni degli utenti .
Tutti i partecipanti hanno convenuto come l’attuazione del provvedimento relegherebbe le strutture alternative nel limbo del custodialismo, alla stregua di piccoli manicomi.
E’ stato ricordato come lo stesso provvedimento era stato adottato, su proposta dello stesso Dipartimento di Salute Mentale, dall’amministratore precedente dell’ ASP, atto poi fortunatamente revocato a seguito dell’insediamento della dottoressa Squillacioti. Che adesso, a due anni di distanza, altro non fa che assecondare il vecchio disegno del DSM., rimasto inalterato . Illogicità che vanno ad “arricchire” alcuni paradossi della pubblica amministrazione incomprensibili ai più, ma certo indicatori della persistenza di interessi che non sono quelli degli utenti!
In merito ha preso la parola Giovanna Vilasi, responsabile dell’area psichiatrica dell’ANFFAS, che in premessa ha ricordato come solo poco tempo fa il Direttore del DSM aveva assicurato che l’ASP avrebbe fatto proprie le osservazioni delle associazioni , rivedendo il provvedimento, salvo poi fare orecchie da mercante. Ha poi evidenziato come la gravità della situazione imponga un’azione determinata finalizzata ad interrompere l’ennesimo e conclusivo atto di arroganza posto in essere dall’ASP . Costi quel che costi i familiari non ci stanno a far passare un provvedimento che , affossando i principi sanciti dalla legge Basaglia, salvaguarda interessi che vanno a colpire i diritti degli utenti. Occorre dare inizio fattivamente e nell’immediato alla battaglia di civiltà!
Ha fatto seguito Immacolata Cassalia Vicepresidente della Fish che ha osservato come bisogna fare in modo che si provveda ad una revoca tempestiva dell’atto deliberativo dell’ASP e ad una nuova ridefinizione della riorganizzazione delle strutture alternative basata sulle esigenze degli utenti e non su paradigmi stantii di provvedimenti finalizzati ad una, solo apparente, conversione di esperienze manicomiali!
Anche la “Pandora” attraverso il suo rappresentante …… ha evidenziato la necessità di passare immediatamente all’azione fattivamente tesa alla salvaguardia dei diritti degli utenti e dei familiari.
Tutti i partecipanti hanno condiviso la necessità di avviare la battaglia di civiltà che si fermerà solo quando ci sarà la revoca del provvedimento dell’ASP.
Sono state assunte dal Movimento, all’unanimità, le seguenti decisioni:
– Giovedì 17 maggio avrà luogo un sit-in di protesta presso i locali dell’ASP;
– Sabato 19 maggio e Domenica 20 sarà attivato sul Corso Garibaldi un Gazebo avente finalità di protesta avverso il provvedimento dell’ASP, di informazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica
Al Governatore della Calabria il movimento chiede l’adozione, da parte della Regione, di ogni provvedimento ordinario e straordinario , atto a far si che nell’ambito dell’ASP vengano annullati gli atti adottati e ripristinati criteri atti a garantire agli utenti servizi in linea con i principi espressi dalla normativa vigente, in particolare dalla legge Basaglia.
In mancanza la battaglia di civiltà dei familiari e del movimento tutto proseguirà ad oltranza con passaggi ancora più incisivi e determinati, fino alla soluzione del problema, in nome dei diritti degli utenti e dei familiari!