Vibo Valentia. Secondo quanto appurato dai Carabinieri del Nas di Catanzaro e dagli uomini del Corpo forestale dello Stato che hanno sequestrato stamattina l’acquedotto “Alaco”, l’acqua, non soggetta alla necessaria depurazione, era introdotta e fatta circolare nella rete degli impianti idrici. Ventisei le persone che risultano indagate nel contesto di un’inchiesta avviata due anni fa dopo che diversi cittadini hanno denunciato alcune criticità legate al colore opaco ed al pessimo odore dell’acqua distribuita dai rubinetti. Nel corso di un anno, hanno spiegato gli inquirenti nel corso della conferenza stampa di stamattina, è stato eseguito appena un esame di natura chimica, sebbene dovessero esserne effettuati dodici. “Durante le indagini – ha rivelato Mario Spagnuolo, procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo è – emersa anche una notevole confusione sulle competenze che spettano ai singoli enti circa la depurazione, i controlli e la distribuzione delle acque”. A ventisei soggetti destinatari degli avvisi di garanzia, tra cui il neo sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, in qualità di presidente Sorical; Nicola D’Agostino, sindaco di Vibo Valentia e Franco Sammarco, suo predecessore, sono contestati, a vario titolo, i reati di inadempienza del contratto di pubblica fornitura, avvelenamento colposo di acque, interruzione di pubblico servizio, omissione in atti d’ufficio e falso.
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