Di seguito la lettera che il personale docente e non docente del Liceo Scientifico “Alessandro Volta” ha indirizzato al Ministro della Pubblica istruzione
Prof. Francesco Profumo, al Direttore dell’’Ufficio Scolastico Regionale Dott. Francesco Mercurio, al Coordinatore dell’Ambito Territoriale per la provincia
di Reggio Calabria dell’’Ufficio Scolastico Provinciale Dott.ssa Mirella Nappa, al Presidente dell’Amministrazione Provinciale Dott. Giuseppe Raffa, all’Assessore Provinciale Alla Pubblica Istruzione Dottor Giovanni Calabrese, al Prefetto di Reggio Calabria Dott. Vittorio Piscitelli:
Con la presente, tutto il personale docente e non docente del Liceo Scientifico “ Alessandro Volta” si rivolge, con rammarico e sbigottimento, alla Vostra attenzione di Amministratori e Dirigenti di un importante e delicato settore quale è quello della Pubblica Istruzione. Apprendiamo che il 25 Maggio bisognerà comunicare i dati definitivi riguardanti l’organico e sappiamo che, per motivi che tenteremo qui di seguito di analizzare in maniera lucida e pacata, seppure sintetica, sottolineando responsabilità e problematiche, la nostra scuola subirà un pesante e drammatico taglio del personale tutto, dovuto ad un drastico calo del numero degli alunni ( sia per una incisiva diminuzione delle iscrizioni degli alunni nelle prime classi, sia per una ineluttabile uscita di quinte classi che nel tempo non sono state sostenute da classi in entrata).
Il nostro rammarico deriva dal fatto che i nostri tentativi, garbati e corretti, di cercare interlocutori attenti e soprattutto comprensivi siano caduti nel silenzio e dunque siano stati inascoltati. Abbiamo tentato più volte un dialogo e un confronto per trovare soluzioni ad una situazione di disagio per tanti lavoratori e peraltro in un incontro informale con il Dottor Calabrese, avvenuto qualche mese fa, si era anche ipotizzata una riunione che vedesse riunite tutte le parti interessate intorno a un tavolo per cercare una soluzione che non stridesse con la vigente normativa e con la realtà del dimensionamento; realtà che peraltro pare trovare applicazione in tutta Italia e anche nel nostro territorio comunale, ma non nella nostra Provincia o meglio nella situazione precipua dei Licei Scientifici della nostra città.
E’ noto che la nostra scuola, pur vantando locali ampi, spaziosi, luminosi, laboratori e risorse multimediali e umane di ottimo livello, subisce e soffre la sua collocazione periferica e la sua situazione logistica, essendo posta allo snodo di due ingressi autostradali e dunque diventando in alcuni orari di punta un imbuto per la circolazione stradale. Fermo restando che le Amministrazioni locali hanno nel frattempo fatto quel che poco che hanno potuto o voluto, la scuola è qui collocata e noi ci chiediamo se si voglia che continui a esistere o se forse l’intento è quello di farle chiudere i battenti.
Veniamo alla cronistoria: negli ultimi tre anni al Liceo Volta si è registrato un trend negativo di iscrizioni che pare non trovare fine, al punto che, se si dovesse continuare di questo passo, la scuola è destinata alla chiusura. Per capire di cosa si tratti e per avere contezza della misura del problema, è importante parlare di numeri. Due anni or sono al nostro liceo si sono iscritti circa 285 alunni, che hanno contribuito a formare 10 prime classi, arrivando così ad avere nell’istituto un numero complessivo di 62 classi. Questi numeri si riferiscono all’anno scolastico 2010-2011, anno in cui il Liceo poteva contare anche di un distaccamento al Galileo Ferraris, ITC ubicato nello stesso quartiere della nostra scuola. Nell’anno successivo 2011-2012 le iscrizioni sono diminuite drasticamente di un 25%. Infatti per l’a.s. 2011-2012 hanno chiesto l’iscrizione 204 alunni, di cui uno portatore di handicap. Il calo di iscrizioni ha consentito la formazione di sole 8 prime classi e il conseguente rientro nella sede centrale delle classi ubicate nella vicina sede staccata del ITC “Ferraris”. Oggi si hanno complessivamente 57 classi che sono dislocate tutte nella struttura centrale. Per il prossimo anno scolastico il calo si è fatto ancora più consistente e preoccupante. Le iscrizioni registrate risultano appena 130, con un calo rispetto all’anno precedente del 38% e a due anni prima del 58%. Si potranno costituire per il prossimo a.s. 2012-2013 solamente 5 prime classi. Nel nostro istituto che è attrezzato di strutture nuove, luminose, spaziose, con numerosi laboratori, spazi verdi e una palestra in fase di ultimazione, rimarranno vuote ed inutilizzate 8 aule, in quanto l’organico di diritto può contare per l’a.s. 2012-2013 di 49 classi complessivamente. La nostra struttura dispone la possibilità di ospitare 57 classi, tutte a norma.
Ci si può e ci si deve chiedere quali possano essere le cause che hanno portato ad un così rapido spopolamento di un liceo, che tradizionalmente vanta un’alta e riconosciuta professionalità didattica e organizzativa. Il problema sicuramente nasce da quando il liceo “ Volta” è stato trasferito dal centro città (Via Trabocchetto) al Rione Modena , periferia sud, non residenziale, della città. Il Volta, che all’epoca contava in 1800 studenti frequentanti, è stato trasferito in una struttura nuova, ma difficilmente raggiungibile. Infatti la sua utenza, per raggiungere la nuova struttura, deve prendere due linee di autobus, una che conduce gli studenti al centro città (stazione centrale), per poi cambiare autobus e prendere quello che porta al rione Modena, dove rimane ubicato il nostro Liceo; naturalmente questo non succede soltanto alla sua utenza tradizionale e naturale, che è quella della zona sud della città, ma che non può essere l’unica destinataria di un Liceo che è stato progettato per numeri ben più consistenti e ampliati. Forse questo è uno dei motivi principali dello spopolamento di una scuola nuova, che è costata svariati milioni di euro. Soldi pubblici spesi male, visto che l’amministrazione provinciale e comunale non ha provveduto a creare servizi per una scuola, che sarebbe potuta essere il fiore all’occhiello della città. Contemporaneamente al depauperamento del Liceo Scientifico Volta corrisponde un arricchimento dell’altro Liceo Scientifico della città, il Leonardo da Vinci. Alla decrescita esponenziale registrata per il Volta corrisponde la crescita esponenziale del Vinci. Tale scuola non ha subito trasferimenti di sede dal centro alla periferia e rimane ubicata nella centralissima via Possidonea e l’amministrazione provinciale, anche in periodi di forte crisi economica ha trovato i fondi per un restyling della storica struttura e ha pagato e continua a pagare, senza problemi di cassa una intera palazzina (una civile abitazione) per permettere a tale scuola di avere una comoda e centrale sede staccata. Paradosso dei paradossi, il Volta ha aule grandi, luminose, libere e gratuite e il Vinci che quest’anno formerà almeno 19 classi prime, non sa dove sistemare tutta questa abbondanza di iscritti.
Veniamo dunque alla questione: come si è detto la nostra scuola questo anno avrà a disposizione 57 aule su 49 che risulteranno occupate, dunque potrebbe offrire all’Amministrazione Provinciale che la amministra 8 aule . Il Liceo Scientifico Vinci, che ha avuto un eccezionale boom di iscrizioni si ritrova a dover reperire aule nei suoi locali (forse in qualche scantinato ristrutturato in tutta fretta o in qualche aula dimezzata a dispetto di qualsiasi normativa sulla sicurezza e sui metri quadrati necessari per ogni alunno; in tempo di tagli si taglia anche l’aria); o altrove, appunto pagando in tempi di tagli , dei locali affittati da privati che peraltro pare non siano del tutto estranei a lavoratori dello stesso Liceo; qualora poi i locali non fossero sufficienti si pensa di collocare alcune classi del Vinci all’Istituto Tecnico Industriale Vallauri (ma si vocifera solamente finché al Vinci possano essere effettuati e portati a termine alcuni lavori di ristrutturazione) piuttosto che affidarli al Liceo Volta, che essendo liceo dello stesso ordinamento, vanterebbe logicamente qualche credenziale più razionale.
Ci chiediamo allora se esiste o no anche a Reggio Calabria una precisa e prescrittiva norma che riguarda il dimensionamento e che vuole non solo tutelare i lavoratori e i loro posti di lavoro senza che si creino disarmonici esuberi e dannosi tagli, ma soprattutto garantire la qualità dell’offerta formativa agli alunni sia prevedendo un numero massimo di discenti che possa essere gestito in spazi a dimensione umana e in cui possa essere garantita la centralità dell’alunno, ma soprattutto in modo che con una lineare costruzione del percorso di studi possa essere tutelata la continuità didattica e non danneggiata da una complessa organizzazione della didattica causata dall’articolazione dei vari plessi.
Ci chiediamo ancora perché si dovrebbe chiedere agli alunni nel momento dell’iscrizione una seconda opzione, qualora non fosse possibile accontentare tutte le richieste di iscrizione (così in i tutte le scuole di Italia vengono ridistribuiti gli alunni che non trovano posto nelle scuole di prima scelta) e ancora perché ogni istituto dovrebbe stabilire in seno al suo Consiglio di Istituto i criteri di priorità e di massima in caso di eccedenza.
Un’ultima osservazione: ancora non abbiamo dimenticato i tempi in cui l’Amministrazione Provinciale battagliava per la necessità della istituzione di un terzo Liceo Scientifico perché appunto era giusto regolare la capienza dei due licei, mente oggi si permette che ognuno si tenga gli alunni che, per giusti e inequivocabili meriti, per carità, ma anche per vantaggiose situazioni, ha ottenuto, che se li tenga magari anche con un danno economico all’erario, nonostante nell’altro liceo potrebbero trovare adeguata collocazione alcune classi.
In tempi di rigore, equità e crescita cosa dovremmo noi educatori imparare e insegnare dalle microstorie reggine?