Ente Parco d’Aspromonte. La replica di Condarcuri a Laganà: “Sergio il tuo nido è sui monti”

Eri triste laggiù in città. Noi saremo cattivi ma non vorremmo la sua nomina, desideriamo che in città ci resti e non vada alla guida di un mondo fantastico. Questo abbiamo scritto e riscriviamo, non perché lei non sia umanamente una brava persona ma per il semplice fatto che riteniamo non più possibile l’arroganza della politica che sceglie i destini del territorio senza consultarlo. Non ci piaceva, se la logica è stata la stessa, neanche la scelta di Tonino Perna e nemmeno quella di Autelitano. Loro, che dopo sino rivelati all’altezza del compito, avevano però di partenza un bagaglio di conoscenze tecniche di assoluto rilievo e il secondo in montagna addirittura ci viveva. Noi che modestamente siamo una voce del territorio esprimiamo l’esigenza di un coinvolgimento di esso nelle scelte che ne determinano il futuro e amiamo una politica che risponde alle domande, non quella che rilancia e cambia argomento. E’ legittimo che lei ponga a noi domande, ma questo non la esenta dal rispondere in modo esauriente. I suoi dubbi possono semmai aprire un dibattito parallelo, ma non devono sfuggire al nostro allarme. Come noi non sfuggiamo al suo. Cosa fa un dipendente pubblico? Offre un servizio a un ente in cambio di una prestazione economica. Così un dipendente privato. Si fa per ricevere. Noi, La Riviera, oltre a dare gratis informazione al territorio, siamo una società di servizi offerti al pubblico e al privato. C’è chi li considera utili e chi no. Noi per vivere li mettiamo sul mercato e non riserviamo vendette a chi ce li rifiuta. Certo ci farebbe piacere che i finanziamenti pubblici pagassero o contribuissero alle nostre iniziative, non succede mai (Regione, Provincia, Comuni ecc.) e non ne facciamo un dramma, non coviamo fiele. Andiamo avanti e poniamo domande senza secondi fini. La nostra opposizione al metodo che sta alla base della sua possibile nomina a presidente del Parco d’Aspromonte, la manifestiamo apertamente. Apertamente la manifestano sul territorio ad Africo a Bova e altrove. Non ci sono ambienti ostili alla sua persona, ma fermamente contrari a una decisione non condivisa. Tante persone che non tifano per lei, ambiti che hanno un’idea diversa dalla politica di spartizione. Luoghi di discussione, non ambienti oscuri. Contestiamo il modo in cui dovrebbe passare la sua nomina e mettiamo anche in evidenza la pochezza della sua rappresentatività del territorio che nell’espressioni elettorali non ha premiato né la sua persona, né l’ultimo partito nel quale al momento milita. Anche questo conta o no? Dovrebbe decidersi a spiegarci come il suo bagaglio di esperienze abbia folgorato il ministro Clini, perché il presidente Scopelliti ne dovrebbe restare altrettanto toccato da avallare la sua nomina. E loro due ci dovrebbero spiegare i criteri alla base delle loro scelte. E il territorio dovrebbe chiedere conto di tutte le scelte e non solo di questa. Se ha delle domande onorevole Laganà ce le faccia, le risponderemo in modo parallelo per ora la preghiamo di illuminarci sulla sua carica in pectore. Noi continueremo a volerla in città e non in Aspromonte. Non per vendetta ma per convinzione, perché se nel resto dell’Italia si è vissuto il dilemma del morire democristiani o meno. Per tanti di noi il dramma continua a essere se ci sarà un Laganà in politica per l’eternità.

Rosario Vladimir Condarcuri

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