Reggio Calabria. “Sulla realizzazione della centrale a carbone di Saline Ioniche è giunto il momento di una decisione definitiva, che non può essere assunta sulla base di dati e valutazioni tecniche sui quali nessuno ha da ridire. C’è invece un problema di opportunità, di scelte che la classe politica regionale deve fare in funzione di obiettivi che devono essere condivisi e che sono parte integrante e coerente di quel progetto politico che è stato offerto alla valutazione degli elettori e dagli stessi approvato”. E’ quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera, a poche ore dal pronunciamento favorevole di compatibilità ambientale della progettata centrale a carbone di Saline Ioniche espresso dal Ministero dell’Ambiente. “Qui non c’è da discutere – spiega Nucera – l’autorevolezza di questo pronunciamento. Sulla costruzione della centrale a carbone a Saline Ioniche non c’è una contrapposizione di tecnicismi, e che a noi non interessano. Ma una contrapposizione che deve riguardare le strategie che più governi regionali, compreso l’attuale, hanno messo in campo per il nostro territorio, esaltando la sua vocazione turistica, che abbiamo cercato via via di arricchire attraverso provvedimenti di legge, articoli, norme, progetti, idee, che stanno contribuendo, negli anni, ad attrezzare zone delimitate, come l’Area Greganica, o la Costa Viola o la Costa dei Gelsomini. Sono esempi tra tanti – evidenzia Nucera – ma danno l’idea di un progetto che è iniziato con un preciso scopo: attrezzare e fornire ogni strumento per realizzare quella Calabria piacevole, appetibile, conveniente, sotto il profilo turistico-culturale e commerciale. Non dimentichiamo la lezione Gioia Tauro, con l’illusione di un grande porto nato per l’occupazione e lo sviluppo dell’industria nella Piana e del suo mai realizzato grande centro siderurgico solo successivamente salvato dalle intuizioni di Angelo Ravano. Ma basta restare a Saline Ioniche – ricorda l’on. Giovanni Nucera – per rivedere la vecchia ferita ancora aperta del porto ormai insabbiato, dei rottami della ex liquichimica e la desolazione della Officina Grandi Riparazioni Fs”. “Quanto è costata, allora – ricorda Giovanni Nucera – quella che possiamo definire una «deviazione» rispetto agli obiettivi storici di fare della Calabria e delle sue coste mete ambite di turisti e amanti del mare? Furono spesi centinaia di miliardi che solo marginalmente toccarono la Calabria, alimentarono solo le grandi imprese del Nord, nella realizzazione e nella manutenzione di costosi quanto inutili impianti, con poche decine di posti di lavoro terminati in una mobilità permanente”. “La Regione Calabria – così come ha fatto finora – deve confermare e difendere – conclude il Segretario – Questore del Consiglio regionale – la sua decisa e netta opposizione alla costruzione di questo impianto, che per quanto moderno ed efficiente, sarebbe comunque dannoso per la salute dei cittadini. Se la SEI, società svizzera costruttrice dell’impianto vuole investire in Calabria, troverà sempre sostegno e collaborazione, ma per progetti coerenti con gli obiettivi che l’attuale governo regionale si è dato, contrari allo sfruttamento selvaggio di un territorio che invece offre enormi potenzialità per l’imprenditorialità turistica, vacanziera, naturalistica”