Cosenza. La denuncia di Cia e Confagricoltura: “Allevatori forzatamente privati del diritto di esprimere i propri rappresentanti”

Cosenza. Cia Calabria e Confagricoltura Calabria denunciano l’inaudita gravità di quanto accaduto ieri a Cosenza. Gli allevatori sono stati forzatamente privati del diritto di esprimere i propri rappresentanti. Quanto accaduto durante le procedure per l’elezione del Presidente ed il rinnovo degli organismi direttivi dell’associazione provinciale allevatori di Cosenza – con la contestuale indicazione dei delegati che dovranno partecipare al rinnovo degli organismi dell’associazione regionale allevatori in considerazione di una più complessiva riforma dell’organizzazione – rappresenta qualcosa di francamente inimmaginabile, ingiustificabile, intollerabile. Nelle operazioni di voto che avrebbero dovuto tradurre in scelte la volontà della maggioranza degli allevatori, l’atteggiamento di qualcuno – evidentemente in preda a deliri di onnipotenza e del tutto privo della benché minima predisposizione al rispetto di una volontà democraticamente espressa – ha rappresentato il vergognoso tentativo di alterare, anzitempo, l’esito del voto. Il rispetto delle procedure democratiche, anche quando dai loro possibili esiti si è insoddisfatti, è obbligatorio e dovuto per tutti, anche per chi pensa di poter piegare, con comportamenti al di fuori di ogni contesto di civile confronto, la realtà che non corrisponde alla propria personale volontà. L’Ara e la Coldiretti – ad opera dei loro Presidenti regionali – hanno scritto una brutta, brutta pagina della loro storia; buttarla in caciara, denunciare brogli inesistenti, arrivare alle minacce fisiche, cercare ad ogni costo di impedire l’espressione di una volontà – assistita e garantita da corrette procedure elettorali – non è cosa da Paese e persone civili. Abbiamo l’impressione che più d’uno si sia perso in una crisi d’identità sovrapponendo i propri percorsi personali, che tali rimangono e possono anche cambiare, con le funzioni da svolgere e i ruoli ricoperti che – fino a quando non vengano reintrodotte usanze medievali – in democrazia sono e rimangono pro tempore e cioè fino a quando si ha la fiducia dei soggetti da rappresentare. Sono temi di assoluto valore ed anche quando si ritiene essere stati lesi nei propri diritti, anche quando si contesta – a parer proprio – le procedure, il comportamento da assumere è molto lontano da ciò a cui – sorpresi ed indignati – abbiamo dovuto assistere; è una questione di stile, di serietà personale, di responsabilità e consapevolezza del proprio ruolo. La zootecnia calabrese, così come l’intero sistema agricolo sono realtà ed argomenti troppo seri per essere ridotti al carrierismo, troppo importanti per poter tollerare ulteriormente un protagonismo fine a se stesso, troppo centrali per l’economia calabrese per piegarli a percorsi personali. Con riferimento a quanto accaduto ieri è ora necessario ristabilire la legalità e spetterà agli organi compenti – ai quali abbiamo consegnato tutte le evidenze documentali opportunamente verbalizzate- garantire il rispetto della volontà espressa dagli allevatori. Per quanto ci riguarda non resteremo inermi e certi della volontà maggioritaria espressa dagli allevatori cosentini non possiamo non denunciare – anche pubblicamente- la gravità inaudita di quanto accaduto.

Mauro D’Acri – Presidente Cia Calabria

Alberto Statti – Presidente Confagricoltura Calabria

 

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