Villa San Giovanni (Reggio Calabria). L’attenzione nei confronti della sicurezza stradale da sempre in primo piano per la Polizia Stradale, ha portato prepotentemente l’attenzione verso il controllo dei cd “bisonti della strada”, con particolare interesse a due aspetti importantissimi per la serenità dei conducenti, ovvero con gli accertamenti finalizzati a rilevare le violazioni dei limiti di velocità e delle ore di risposo previsti per gli autisti dei Tir.
In tale ottica, la Sezione Polizia Stradale di Reggio Calabria diretta dal Primo Dirigente Giuseppina Pirrello, da tempo ha predisposto costanti e specifici servizi, avvalendosi di numerose pattuglie coordinate su strada dal Comandante la Polstrada di Villa San Giovanni Ispettore Capo Vincenzo Moscato e del Sovrintendente Biagio Calderone. Infatti, le pattuglie impegnate unitamente a personale della squadra di P.G. dopo una preventiva e complessa attività di indagine, nei giorni scorsi, hanno individuato e sottoposto a controllo alcuni autocarri sospetti mentre stavano per imbarcarsi per la Sicilia, accertando che sugli stessi erano stati montati alcuni sofisticati sistemi atti ad alterare le apparecchiature cronotachigrafi digitali installate sugli stessi. Com’è noto sui veicoli commerciali al fine del controllo della velocità e dei tempi di riposo è installato uno strumento il cronotachigrafo che nei veicoli recenti per funzionare necessità dell’inserimento della cd scheda del conducente, in modo che le forze dell’ordine possano in qualsiasi momento procedere al controllo dell’operato dell’autista.
I sitemi accertati per eludere i controlli sono stati molteplici:
attraverso la manomissione del “sensore di movimento”, un dispositivo che rileva la condizione di moto o di fermo prelevando i dati dal cambio rendendolo gestibile manualmente dal conducente ed in grado quindi di escluderne il funzionamento autonomamente facendo risultare fermo il veicolo che in realtà si trovava in movimento.
con l’utilizzo di una calamita collegata a un martelletto oleodinamico che, attivato da un interruttore, avvicina il magnete al sensore di movimento impedendogli di funzionare; in tal modo, con una modalità complessa, genera l’invio di dati falsi che fanno apparire il veicolo immobile mentre invece circola. Questo dispositivo, oltre a simulare periodi di fermo-macchina inesistenti, permette di registrare velocità inferiori del 5, del 10 o del 15% rispetto a quelle effettive.
Oppure con l’inserimento nell’apparecchiatura cronotachigrafo di una scheda conducente di altro conducente in grado di simulare l’avvicendamento alla guida con altro autista e far apparire di aver eseguito alla guida dei regolari ed alternati periodi di riposo. Infatti, gli autocarri di ultima generazione sono già muniti di un nuovo apparecchio cronotachigrafo del tipo “digitale”, che consente la registrazione dei dati acquisiti su un hard disk e su una tessera, denominata “scheda conducente”, quest’ultima, in grado di riassumere tutta l’attività di guida compiuta dall’autista, partendo dai dati identificativi del veicolo, la distanza percorsa, i periodi di guida e di riposo del conducente, le anomalie di funzionamento, i guasti e la velocità istantanea del’automezzo. Nel caso specifico, gli agenti rinvenivano, occultata nella cabina di guida di un tir controllato, una scheda conducente intestata a persona diversa ed oggetto di smarrimento regolarmente denunciato; tale sistema finalizzato ad eludere i medesimi controlli su strada permetteva, una volta raggiunto il limite massimo delle ore di guida, di evitare la sosta proseguendo nella marcia e facendo ricorso all’inserimento alternato della scheda di riserva risultata smarrita, evitando così di registrare al medesimo conducente le ore complessive di guida che sarebbero andate a sforare quelle consentire in violazione delle vigenti e rigorose normative in materia.
Le alterazioni sopra descritte permettono di registrare una velocità del veicolo inferiore a quella effettiva e di non rispettare l’alternanza pausa-guida dei conducenti prevista per legge, assicurando alle imprese un importante vantaggio costituito dalla riduzione dei costi fissi del trasporto, traducendosi in un indebito beneficio economico nei confronti della concorrenza e, soprattutto, in una minore tutela dei conducenti la cui attività di guida può così prolungarsi oltre il limite consentito a danno della sicurezza della colletività. In un Tir di 44 tonnellate, per esempio, l’aumento di velocità da 80 a 90 km/h si traduce in un allungamento degli spazi d’arresto di 20 metri, dei quali 17 imputabili all’azione frenante e altri 3 ai tempi di reazione dell’autista.
VIOLAZIONI PENALI ED AMMINISTRATIVE CONTESTATE
Tale dispositivo cronotachigrafo imposto dalla legge per tutti i veicoli avente massa complessiva superiore a 3.5 tonnellate, permette di conseguire gli obiettivi fissati dalla normativa europea, di armonizzare le condizioni di concorrenza tra diversi modi di trasporto terrestre, di migliorare le condizioni di lavoro dei conducenti professionali e, di conseguenza, gli standard di sicurezza stradale. Nel caso specifico, l’attività operativa svolta e gli illeciti riscontrati, ha determinato la combinazione di numerose contestazioni amministrative e penali a carico di diverse persone tra cui tre persone nella qualità di autisti appartenenti ad una medesima ditta di autotrasporto con sede in Campania e per la quale azienda, sono in corso accertamenti e riscontri finalizzati anche ad accertare eventuali altri reati anche di matura fiscale. I risultati di tale attività apparentemente casuale, sono da ricondursi alla meticolosa conoscenza della funzionalità della cosiddetta “scatola nera dei Tir” da parte degli agenti operanti, la cui professionalità ha contribuito a tracciare il fenomeno dell’alterazione delle apparecchiatura cronotachigrafo risultato in piena espansione su tutto il territorio nazionale, che permette ad alcune ditte spregiudicate e senza scrupoli di trarre ingenti risultati economici in danno dei propri autisti molto spesso costretti, loro malgrado, a realizzare quotidianamente prestazioni lavorative oltre il limite delle proprie condizioni fisiche.