Reggio Calabria. La situazione di Ravagnese è diventata intollerabile e pericolosa. Il depuratore continua a non funzionare. Accade da un periodo irresponsabilmente lungo: da oltre un anno ho sollevato ripetutamente il problema seguendo tutte le regole istituzionali senza che qualcuno si preoccupasse d’intervenire. Il problema oggi è questo: l’aria in tutta Ravagnese è irrespirabile, la puzza e il fetore insopportabili. La vita quotidiana di migliaia di cittadini viene pesantemente condizionata con effetti devastanti. Sono inquietanti gli interrogativi legittimi sulla salute delle persone. La puzza terribile, come una peste Medievale, si espande ed ha già conquistato altri quartieri di Reggio Sud. Come primo benvenuto, chi arriva all’aeroporto di Reggio viene avvolto da folate puzzolenti e da odori putridi ed è costretto a chiedersi se quella che viene spacciata come città turistica non sia in realtà una zona ad alto pericolo per la salute da cui fuggire. L’Asp 5, dopo un esposto di 250 cittadini, aveva giudicato la gravità della situazione chiedendo la verifica della “conformità degli scarichi” e una “disinfestazione dell’impianto” ed aveva attestato che il depuratore fosse alimentato da un “carico inquinante anomalo di probabile origine industriale che pregiudica la capacità depurativa dell’impianto tanto da rilevare, nei reflui in uscita, presenza di sostanze schiumose”. Non si dica che col caldo è scoppiata l’emergenza e ci vuole pazienza. Nell’ultimo anno, raccordandomi alla popolazione, ho presentato due interrogazioni perché il problema venisse affrontato e risolto. Ho investito coi cittadini la Prefettura, dove abbiamo trovato sensibilità e attenzione. Ho seguito con scrupolo una linea di correttezza istituzionale senza strumentalizzazioni e tentazioni pubblicitarie chiedendo, come prevedono i regolamenti per l’azione di vigilanza dei consiglieri comunali, quali urgenti misure il sindaco intendesse adottare. Non è successo niente, niente, niente. Una vicenda cominciata nel 2009, con esposti dei cittadini ai carabinieri, alla Procura della Repubblica e con denunce contro Acquereggine, continua a marcire. I cittadini di Ravagnese e Reggio Sud hanno il diritto di sapere come stanno le cose e perché non si muove nulla rispetto a un problema che crea esasperazione e tensioni che potrebbero sfociare in gesti clamorosi la cui responsabilità ricadrebbe nei mancati interventi. Siamo al limite. Se entro una settimana non avrò alcuna risposta e, soprattutto, se non comincerà rapidamente a modificarsi la condizione in cui vive una parte grande della città, vista l’inutilità delle azioni politicamente-corrette sarò costretto a chiedere al mio partito di assumersi, insieme a me e a quanti lo vorranno, il compito di denunciare la situazione alla Procura della Repubblica perché si accertino le responsabilità penali di quanto sta accadendo. Certo, i problemi vanno affrontati con la politica. Ne sono profondamente convinto. Ma è anche vero che di fronte al problema della salute e al silenzio della politica e delle istituzioni, anche quando l’emergenza è drammatica, bisogna intervenire con tutti i mezzi consentiti dalla legge.
Nicola Irto – Consigliere comunale Partito Democratico