Serra San Bruno (Vibo Valentia). “Il fantomatico balletto delle ordinanze, mandato in scena dall’amministrazione comunale serrese negli ultimi mesi, ha contribuito a rendere ancora più paradossale la questione acqua potabile”. Lo dichiarano in una nota i componenti del Comitato Civico Pro Serre. “Si tratta, infatti,di un problema grave, che incide – sottolinea il Comitato – sulla salute oltre che sulle tasche dei cittadini, causato per larga parte dalla responsabilità delle amministrazioni comunali alla guida del paese dal 2004 (anno di insediamento di SoRiCal) e che viene malamente gestito oggi dall’Amministrazione Rosi, che nell’arco degli ultimi 3 mesi ha tenuto un atteggiamento contraddittorio e fuorviante per i cittadini, che oggi appaiono esasperati da una situazione che ancora persiste, visto che l’acqua che arriva nelle nostre case continua ad essere colorata e maleodorante. Fin dal giorno del sequestro dell’impianto dell’Alaco, da noi invocato da tempo in perfetta solitudine, abbiamo letto, affisse per le vie del paese, ben 4 diverse ordinanze, in cui si affermava che si erano registrati problemi batteriologici per l’acqua SoRiCal erogata dalla rete idrica comunale, a cui già il giorno successivo si univa anche l’acqua delle fontane pubbliche Scorciatina, Santa Maria e Guido”. “Quindi – prosegue la nota – mentre inizialmente l’Amministrazione si intestardiva a dichiarare potabile tutta l’acqua, dopo l’operazione dei Nas e del CFS si è affrettata a dichiararla tutta non potabile, compresa quella delle fontanelle che nulla hanno a che fare con l’invaso dell’Alaco. Dopo una serie di lavori di ripristino alle fontanelle pubbliche, un’altra ordinanza ha dichiarato che l’acqua è rientrata nei parametri di potabilità. Ma se si è provveduto alla manutenzione e al ripristino delle fonti pubbliche, e quindi per queste il problema può essere stato presumibilmente risolto, che cosa è cambiato invece per l’acqua SoRiCal, quella che, per intenderci, persiste ad uscire dai rubinetti delle nostre case e arriva direttamente dall’invaso dell’Alaco? Sarebbe bene che l’amministrazione una volta per tutte decidesse da che parte stare: dalla parte dei cittadini o della multinazionale che per anni ci ha avvelenato e che ancora oggi continua a farlo, perché nelle nostre case arriva ancora acqua dell’Alaco, nonostante questo sia stato affidato alla gestione di un custode (fra l’altro consorte proprio di un legale della SoRiCal stessa: cosa che ci preoccupa non poco). Per ovviare alla confusione frutto dell’operato dell’amministrazione comunale e della poco seria ed oculata gestione del problema acqua, i membri del Comitato Civico Pro Serre a breve distribuiranno per il paese un vademecum per l’utilizzo corretto dell’acqua che arriva nei rubinetti delle nostre case. La nostra posizione – conclude il Comitato – rimane immutata: l’acqua dell’Alaco, che rappresenta la quasi totalità dell’acqua che arriva nelle case serresi, non è e non può essere potabile; l’invaso va chiuso definitivamente; Serra San Bruno deve staccarsi dall’Alaco nel più breve tempo possibile.