Catanzaro. Il mondo accademico della Magna Grecia è pervaso da una profonda inquietudine. Le proposte avanzate dalla Regione Calabria definite ieri “inaccettabili” da parte del Magnifico Rettore dell’Università Magna Graecia, professor Aldo Quattrone, perché penalizzanti non solo per l’ateneo, ma per tutta la sanità catanzarese ed in modo particolare per l’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio che perderebbe un numero elevato di posti letto, hanno suscitato vivo scalpore all’interno del Campus universitario, fiore all’occhiello della sanità calabrese. E’ inammissibile – sostiene Eugenio Garofalo – componente il Senato accademico dell’Università Magna Grecia che proprio la scure si abbatta sulle eccellenza e sui luoghi della cultura che dovrebbero essere i pilastri da preservare di fronte alle tempeste economiche e finanziarie. Determinato il giovane senatore accademico Garofalo nel difendere il ruolo che svolge l’ateneo in favore della ricerca e della formazione nell’ambito della nostra regione. Garofalo si concentra in modo particolare sull’unicità della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’ateneo catanzarese all’interno del panorama scientifico regionale e del ruolo che essa svolge in favore dell’intera collettività e della ricerca scientifica in generale. Al riguardo Garofalo sollecita quanti hanno responsabilità istituzionali ad ogni livello affinché indirizzino gli impegni e le risorse per la tutela, la salvaguardia e il potenziamento dell’unica Scuola calabrese di Medicina e chirurgia, puntando su di essa tutta l’attenzione possibile onde evitare decrementi nella proposta formativa, nella ricerca e nella formazione che andrebbero a incidere negativamente sul tessuto sociale e produttivo della Calabria. Ogni sforzo deve essere diretto a difendere i primati che la nostra Università ha saputo raggiungere in questi anni, a tutelare le conquiste ottenute nel tempo, esplicitate con la qualità dei servizi offerti all’utenza e alla collettività regionale. Il giovane senatore accademico esterna seria preoccupazione e grande perplessità di fronte allo scenario penalizzante che si profila sulla cardiologia interventistica e sulla cardiochirurgia, guidate rispettivamente dal professor Ciro Indolfi, pioniere nello specifico settore, e professor Attilio Renzulli, direttore dell’unica unità operativa pubblica di cardiochirurgia. Da quanto riportato, sembrerebbe, infatti che la struttura cardiologica e cardiochirurgica dell’Università, già inserite nell’emergenza regionale del precedente protocollo d’intesa, non troverebbero collocazione nell’attuale proposta d’intesa; sarebbero cioè estromesse anche se il servizio salvavita viene erogato in modo continuo e costante. Garofalo ritiene che un eventuale indebolimento di risorse e di attenzione verso le strutture operanti nei settori anzidetti, vadano ad affievolire gli straordinari successi ottenuti nel campo della salute del cittadino, nella qualità delle prestazioni e delle cosiddette emigrazioni sanitarie che hanno arricchito il nord a scapito delle regioni del Mezzogiorno. Il nostro Campus ha bloccato le emigrazioni sanitarie dei calabresi, garantendo loro profili di alto livello. Facciamo in modo- conclude Garofalo – che attorno alle positività espresse si crei una costruttiva solidarietà, un impegno comune e unitario, per non tornare indietro sia a livello culturale che scientifico. Auspico che non venga “distrutto” uno dei più importanti modelli gestionali e virtuosi, all’interno dei tanti deficitari, del panorama sanitario calabrese.