Ribadiamo la nostra netta contrarietà al piano di riordino dei tribunali, così come si sta materializzando per i presidi calabresi. La Calabria presenta delle peculiarità che non possono essere trascurate e che meritano un’attenzione particolare da parte dello Stato, tali da non poter essere affidate ad un criterio ragioneristico posto alla base della soppressione delle circoscrizioni giudiziarie.
Innanzitutto è doveroso porre in evidenza che il fenomeno criminale ha assunto in questa Regione dimensioni e connotati che destano grave preoccupazione in tutto il Paese. La diffusione capillare della ‘ndrangheta sul territorio di “nascita” necessita di un’azione di contrasto che sia altrettanto presente e diffusa. La “presenza” dello Stato in tale contesto è fondamentale. Eliminare quelle realtà giudiziarie ad oggi esistenti e che conferiscono un importante contributo nella lotta alla criminalità è sicuramente un passo indietro per tutta la società civile.
Inoltre non si può trascurare che la conformazione geografica del territorio comporta notevoli difficoltà logistiche, ancor più gravi laddove si consideri la situazione dei collegamenti tra le diverse province del territorio. Accorpare le sedi giudiziarie così come previsto dal progetto governativo non farebbe altro che aggravare la situazione esistente, cagionando considerevoli difficoltà ai cittadini. Senza trascurare che il carico di lavoro delle sedi di riferimento subirebbe un evidente aggravio a discapito di tempi e costi della comunità tutta.
Auspichiamo, pertanto, che ci sia un ravvedimento operoso da parte Ministro della Giustizia Paola Severino assicurando, accanto alla nota esigenza di razionalizzazione delle sedi giudiziarie, il mantenimento di questi uffici che, per la loro storia e per la loro tradizione, sono deputati in una Regione complessa come la Calabria ad essere anche baluardo e salvaguardia della legalità e della tutela dei cittadini.
Andrea Di Martino
Coordinatore Regionale Sel Calabria