Tropea (Vibo Valentia). Quando il Sindaco Vallone emanò l’ordinanza n. 1 del 2011, stabilendo il divieto di sosta sul lungomare di Tropea per caravan e similari, ebbi a intervenire sulla stampa per segnalare come il provvedimento fosse giuridicamente errato e profondamente insensato. Il Gruppo “Passione Tropea” sostenne le mie tesi presentando numerose interrogazioni, alle quale il Sindaco rispose piccatamente, dicendo tutto ed il contrario di tutto, in quanto il suo piacere autoritario veniva messo in dubbio. L’associazione Nazionale Camperisti propose ricorso gerarchico avverso il provvedimento che si trova in fase di decisione; in tal senso ringrazio il collega Viganò di Firenze con il quale ho avuto il piacere di collaborare, unitamente ai vertici dell’associazione nazionale camperisti, per l’impegno profuso. A conferma dell’ennesimo abbaglio del Prof. Vallone, probabilmente fermatosi agli anni ’90 in tema di studi sull’amministrazione pubblica, è possibile richiamare la relazione del Provveditorato alle Opere pubbliche che ha svolto un sopralluogo sul posto, stabilendo che:
1)La segnaletica istallata non è conforme a quella prevista al Codice della Strada ed il Comune dovrà provvedere alla sostituzione (ovviamente, aggiungo io, con costi che ricadono sui concittadini);
2) La terminologia utilizzata nell’Ordinanza n. 1 del 2011 stabilisce un divieto di stazionamento per caravan e similari, ma tale terminologia non si rinviene nel Codice della Strada (parlammo, infatti, della vigenza a Tropea del Codice Vallone);
3) Che, di fatto, è stato imposto un divieto di sosta permanente dei Camper che non trova giustificazione nelle norme del CDS (e che quindi è illegittimo);
4) Che dal sopralluogo effettuato non si rivengono gli elementi di fatto che hanno giustificato l’adozione dell’ordinanza Vallone.
Non ci resta, quindi, che attendere la decisione del Ministero che porrà fine agli esercizi di saccenteria del Prof. Vallone. Il caso è esemplificativo di come Tropea sia in balia di un Sindaco che ha fatto il suo tempo. Gaetano Vallone è un uomo del passato, incapace a gestire una città turistica moderna. Le colpe sono però di quei giovani consiglieri che hanno deciso di essere ossequiosi al comando di un capo, rinunciando a qualsiasi contributo in termini di innovazione nell’attività amministrativa. L’appello, rimasto come parole al vento, del Presidente Pugliese è il concreto segnale della totale mancanza di autonomia e del pieno subordine dell’intera amministrazione al magnifico duo Vallone-Ruffa. L’odioso divieto di diffusione della musica nel centro storico ha desertificato le serate tropeane con danni incalcolabili all’economia dei piccoli esercenti commerciali. Volevano il turismo della terza età ed hanno modellato Tropea come un paese per vecchi. La vicenda Porto di Tropea sarà il colpo finale che relegherà il paese alla povertà e a diventare il borgo più insignificante d’Italia. Porto restituito ai privati (e il popolo di Tropea si accontenti dell’osso, perché il filetto verrà cibato da pochi eletti), paese amministrato da chi “ritarda” il pagamento delle tasse, amministratori che non vogliono mettere a tacere le voci maligne secondo cui avrebbero avuto l’indennità di carica pignorata da Equitalia (questo è l’esempio di legalità di cui parlava il Sindaco in consiglio comunale), mancanza di qualsiasi programma estivo, turismo assente perché il paese non offre assolutamente niente in termini di servizi ed intrattenimento (neanche un accompagnamento musicale al bar). Non è un incubo (è peggio): è la Tropea targata Vallone & c.
Avvocato Sandro D’Agostino