Bovalino (Reggio Calabria). Questa mattina personale della Squadra Mobile e del Commissariato di Bovalino ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di Antonio Carabetta, 60enne nato a Casignana e della figlia Sonia Carabetta, 30enne nata a Locri, indiziati del reato di associazione per delinquere di stampo mafioso per il quale, secondo quanto riferito in un comunicato stampa della Questura di Reggio Calabria, sono stati entrambi condannati in primo grado alla pena di 9 anni di reclusione.
L’ordinanza applicativa della misura cautelare della custodia in carcere è divenuta esecutiva e definitiva il 4 luglio scorso, a seguito del rigetto della Suprema Corte di Cassazione del ricorso proposto dagli interessati.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione Fehida avevano delineato il presunto ruolo criminale dei due Carabetta, Antonio e Sonia, rispettivamente, padre e sorella di Michele, considerato dagli inquirenti l’armiere della cosca Pelle-Vottari.
Nei primi mesi del 2007, sempre secondo l’accusa, nel pieno svolgimento della “Faida di San Luca” Michele Carabetta si sarebbe recato più volte nella provincia di Roma per acquistare fucili mitragliatori del tipo kalashnikov su mandato di Santo Vottari cl. 72 e Antonio Pelle cl. 62 “’U vancheddu” o “La Mamma”, entrambi attualmente latitanti di spicco dell’omonimo sodalizio mafioso contrapposto ai Nirta (Versu)-Strangio (Janchi).
Dalle attività investigative era emerso come Antonio e Sonia Carabetta, padre e sorella di Michele, fossero a conoscenza dei motivi del viaggio effettuato a Roma dal congiunto nei confronti del quale avrebbero operato con condotte agevolatrici, in qualità sempre secondo l’accusa di soggetti organici al medesimo cartello ‘ndranghetistico.
Nel corso degli anni, la “Faida di San Luca” ha fatto registrare momenti drammatici, come nel 2007 con la “Strage di Duisburg“, avvenuta in territorio tedesco a ferragosto di quell’anno, allorquando furono assassinati 6 cittadini italiani attinti da numerosi colpi di arma da fuoco mentre si trovavano all’esterno del “ristorante da Bruno”.
A distanza di pochi giorni dall’eccidio, grazie ad una rigorosa ricostruzione dei fatti operata dagli inquirenti, il delitto fu ricondotto alle funeste vicende dell’annosa “faida di San Luca” e nella notte del 30 agosto 2007 furono eseguiti 43 provvedimenti di fermo a carico di altrettanti presunti affiliati alle consorterie mafiose di San Luca.
Grazie a quei riscontri giudiziari è stato possibile raccogliere gravi elementi di reità a carico delle famiglie Vottari-Pelle, ritenute direttamente coinvolte nell’agguato del Natale 2006, e tracciare una nuova mappa di quegli schieramenti mafiosi, con particolare riguardo alle loro proiezioni estere.
Dopo le formalità di rito, Antonio Carabetta è stato associato alla Casa Circondariale di Reggio Calabria, mentre la figlia Sonia al momento è piantonata presso l’ospedale di Locri dove era ricoverata.
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