Reggio Calabria. I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, unitamente ai militari della Compagnia di Sellia Marina (CZ) e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria con il supporto dei Carabinieri della Compagnia di Paola (CS) hanno arrestato nella tarda serata di ieri il latitante Domenico Polimeni, nato a Oppido Mamertina il 10.05.1943, inserito nella lista dei latitanti pericolosi del Ministero dell’Interno (ex elenco dei 100) ricercato per omicidio e associazione mafiosa:
– OCCC nr.3048/00 RGNR DDA, nr.3036/00 RGGIP DDA e nr.134/00 ROCC emessa il 07.07.2000 da Tribunale di Reggio Calabria Ufficio GIP;
– Nr.81/2004 RES emessa il 23.03.2004 dalla Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria Ufficio Esecuzioni Penali poiché condannato alla pena dell’ergastolo per omicidio ed altro.
La caratura criminale di Domenico Polimeni
Domenico Polimeni è ritenuto dagli inquirenti elemento di vertice della ‘ndrangheta, nella sua articolazione territoriale della denominata cosca Polimeni-Mazzagatti, operante nel territorio di Oppido Mamertina (RC) e ricercato da oltre 15 anni, dall’esecuzione degli omicidi di Antonio Gugliotta, Antonio Gangemi e Angela Bonarrigo, avvenuti in data 11.08.1997, secondo l’accusa commessi materialmente da Polimeni e dal cognato Giuseppe Mazzagatti, classe 1932.
La strage di Oppido
La caratura criminale di Polimeni era emersa in maniera evidente già nel corso delle indagini successive all’eccidio noto come la “Strage di Oppido”, avvenuta in data 08.05.1998, in cui rimasero uccisi il figlio Giovanni Polimeni e il nipote Vittorio Rustico.
Nella circostanza, i killer fecero fuoco anche contro un’auto che transitava davanti alla macelleria del latitante, uccidendo il conducente Giuseppe Biccheri e la nipotina di otto anni e ferendo gravemente Francesca Biccheri, madre della bambina, ed il figlio di sette anni. Nell’agguato rimase ferito anche l’altro figlio del ricercato, Paolo, che si trovava anch’egli all’interno della macelleria da loro gestita.
Come emerso dalle indagini che avevano portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip del Tribunale di Reggio Calabria del 07.07.2000, Domenico Polimeni era considerato il promotore di un’associazione di tipo mafioso, nella sua articolazione territoriale denominata cosca Polimeni-Mazzagatti, attiva nelle estorsioni e nel controllo delle attività commerciali ed in contrapposizione a quella facente capo alle famiglie Zumbo-Gugliotta-Ferraro.
È proprio a causa di questa rivalità nel contendersi l’egemonia criminale del territorio, che tra l’inizio e la fine degli anni ‘90 si scatenava una guerra di mafia tra le due fazioni opposte. Nella furiosa mattanza, Domenico Polimeni e il cognato Giuseppe Mazzagatti, in data 11.08.1997, avrebbero progettato ed eseguito gli omicidi di Antonio Gugliotta, Antonio Gangemi e Angela Bonarrigo.
La tregua e la ripresa delle ostilità
La Strage di Oppido del 1998, induceva le opposte cosche di ‘ndrangheta a trovare una tregua che durava fino al 2011, quando si riaccendevano le rivalità tra gli schieramenti mafiosi che insistono nel territorio di Oppido Mamertina e che vedono contrapposti i Polimeni-Mazzagatti contro i Ferraro-Raccosta. Nell’ultimo anno sono stati consumati 5 tra omicidi e tentati omicidi che hanno lasciato una lunga scia di sangue nel territorio mamertino e solo negli ultimi 4 mesi sono stati uccisi Domenico Bonarrigo e Vincenzo Ferraro, sono scomparsi Francesco Raccosta e Carmine Putrino ed è stato ucciso Vincenzo Raccosta, padre di Francesco.
Sulle tracce del latitante
L’attività investigativa che ha portato all’arresto del latitante, condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria, diretto dal maggiore Michele Miulli, e della Compagnia di Sellia Marina (CZ), coordinata per la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria dal Procuratore Aggiunto Michele Prestipino Giarritta e dalla dott.sa Alessandra Cerreti, è stata avviata proprio a seguito della ripresa della faida che vede coinvolta a pieno titolo la cosca di appartenenza del latitante.
Tra le numerose attività svolte, sono stati intensificati i controlli dei familiari del ricercato, il cui coinvolgimento nella gestione logistica del latitante è apparso da subito evidente.
Dal giorno 8 giugno 2012, infatti, la moglie e la figlia di Polimeni avevano fatto perdere le loro tracce, interrompendo completamente ogni forma di contatto con il mondo esterno, pertanto si era ipotizzato che le donne avessero raggiunto il familiare in una località clandestina, come di fatto è stato accertato nel corso dell’intervento di ieri.
I Carabinieri hanno raggiunto il covo del latitante, una villetta a tre piani, con due appartamenti per piano, ubicata abbastanza vicino al mare nel comune di Fiumefreddo Bruzio. Il latitante vi trascorreva qui le vacanze in estate da almeno 5 anni. I Carabinieri hanno seguito gli spostamenti della seconda figlia di Polimeni, che ha raggiunto i familiari portando inconsapevolmente i militari a stringere le manette ai polsi del padre.
Al termine della perquisizione, sono state rinvenute 2 pistole automatiche clandestine con matricola abrasa, di cui una con il colpo in canna (CZ75 di fabbricazione Cecoslovacca cal. 9 luger e una Beretta mod. 950B cal. 6,35) e 4.100 euro in contanti. Al termine delle operazioni, sono state tratte in arresto la moglie insieme alle due figlie per il reato di procurata inosservanza di pena:
– Sara Diodati, nata a Giulianova (TE) il 29.04.1954;
– Fortunata, nata a Fiorenzuola d’Adda (PC) il 30.07.1978;
– Elisa, nata a Oppido Mamertina il 15.12.1982.
Su disposizione del magistrato di turno della Procura di Paola, le tre donne sono state associate presso la Casa Circondariale di Castrovillari, in attesa del giudizio di convalida.