Reggio Calabria. Scrivo alla Vostra testata per denunciare l’ennesimo caso in cui un servizio pubblico, come molto spesso accade a Reggio Calabria, viene piegato all’interesse privato. Abitando a Catona, nelle vicinanze dell’arena di Catona Teatro, già durante le scorse edizioni della rassegna teatrale, avevo avuto modo di notare che alcuni lampioni dell’illuminazione pubblica presenti in Via Mercato, e precisamente quelli all’esterno dell’arena del teatro che ne delimitano la lunghezza insieme ad altri un po’ più distanti che, probabilmente, fanno parte della stessa linea elettrica, in perfetta coincidenza con ciascuna delle rappresentazioni teatrali o musicali che ogni anno costituiscono il programma della rassegna, si spengono misteriosamente subito prima dell’inizio delle rappresentazioni per poi riaccendersi subito dopo la fine delle stesse. Lo strano accadimento, che avviene ormai da alcuni anni, rende sicuramente più ottimale la visione delle rappresentazioni da parte degli spettatori che non viene disturbata dall’adiacente illuminazione stradale, ma lascia completamente al buio una parte della Via Mercato, con tutti i rischi connessi per i cittadini residenti nelle abitazioni circostanti, soprattutto negli ultimi anni in cui, purtroppo, anche nella frazione di Catona, il numero dei furti negli appartamenti è andato ad aumentare in modo esponenziale. La spiegazione del fenomeno è rimasta per me sempre un mistero fino a quando una sera, trovandomi alla fine del lungomare di Catona, sempre in prossimità dell’arena del teatro, al termine di uno spettacolo, ho avuto modo di notare una persona che, avvicinandosi ad un pannello elettrico posto nelle vicinanze, con un fare contraddistinto dalla naturalezza di un tecnico nell’esercizio delle proprie funzioni, apriva lo sportello del pannello e, azionando alcuni interruttori, ripristinava l’accensione di tutti i lampioni spenti. Concludo con alcune considerazioni personali. L’episodio descritto risulta essere, a mio modesto avviso, totalmente sconcertante perché ritengo sia assolutamente inaudito consentire ad un qualsiasi privato di poter disporre di un servizio di pubblica illuminazione a piacimento, piegandolo al proprio interesse, lasciando così al buio una strada adiacente a decine e decine di abitazioni. E, se mi è consentito, vorrei, infine, lanciare una provocazione: potrebbe essere ipotizzabile, nella peggiore delle ipotesi, una qualche forma di compiacenza da parte dell’amministrazione comunale, potenzialmente ravvisabile anche nella circostanza in cui, in coincidenza dello svolgimento di ciascuna rappresentazione, è sempre garantita la presenza sul posto in questione di alcuni agenti di polizia municipale che non possono certamente non avere mai notato il verificarsi dello strano fenomeno. Chiedo, pertanto, a tutti gli enti competenti di voler fare luce sulla questione sopra descritta e di porre in essere ogni utile atto che possa far cessare il reiterarsi dell’incredibile vicenda.
Un affezionato lettore