‘Ndrangheta. Operazione Nuova Delia: 4 arresti, risolto dai Carabinieri l’omicidio di Rocco Frisina

Reggio Calabria. I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria – rende noto un comunicato stampa dell’Arma che qui riportiamo integralmente – hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Dda, nei confronti di 4 soggetti indiziati di essere legati alla ‘ndrangheta, di cui uno indagato per omicidio aggravato dal metodo mafioso e gli altri indagati per reati in materia di armi.

I 4 soggetti raggiunti dall’ordinanza sono:

  1. Angelo Macrì, 37enne nato a Delianuova (l’unico a essersi reso irreperibile e attivamente ricercato);
  2. Elio Giordano, 38enne nato a Taurianova;
  3. Raffaele Giordano, 25enne nato a Taurianova;
  4. Francesco Alampi, 74enne nato a Taurianova.

Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Palmi e coordinate per la Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria dal procuratore aggiunto Michele Prestipino Giarritta e dal pm Giovanni Musarò, hanno consentito di far luce sull’omicidio di Rocco Frisina, avvenuto tra l’indifferenza della folla il 03.01.2008 a Delianuova (RC).

L’omicidio di Rocco Frisina
Il commando composto da 2 killer (che secondo l’accusa sarebbero stati Angelo Macrì e Leo Italiano, ucciso la mattina del 29.12.2010, alle ore 10:20 circa, in Delianuova – località Ponte dell’Arena. La vittima era stata brutalmente assassinata con diversi colpi di fucile caricato a pallettoni in un tipico agguato di stampo mafioso, mentre si trovava in un terreno a lui in uso nelle campagne di Delianuova, in compagnia del cognato Salvatore che rimase miracolosamente illeso), infatti, entrò in azione tra le 17:00 e le 18:00 in una via centralissima del centro aspromontano alla presenza di numerose persone (parenti, amici, semplici conoscenti o curiosi), nessuna delle quali, però, ha fornito un apporto significativo all’indagine, anzi tutti hanno negato di aver assistito alla sparatoria, sostenendo addirittura di essere giunti sul posto solo successivamente.
Rocco Frisina, gravemente ferito, fu trasportato d’urgenza presso l’ospedale di Polistena e di lì presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, dove morì due giorni dopo, il 5 gennaio 2008, a causa delle ferite da arma da fuoco riportate.

Le indagini dei Carabinieri
Le investigazioni, svolte dai Carabinieri di Palmi, hanno consentito di ricostruire con assoluta chiarezza il contesto nel quale l’omicidio è maturato, la dinamica e la causale dello stesso e di identificarne i responsabili. A tale risultato si è giunti progressivamente, costruendo con pazienza un mosaico probatorio che ha consentito via via di accertare:

Le intercettazioni
Al fine di addivenire all’identificazione degli autori dell’omicidio, è stata avviata una complessa attività d’indagine anche nei confronti dei parenti della vittima. Proprio indagando in tale ambito familiare, sono stati acquisiti importantissimi riscontri e delle chiare conferme a quanto stava emergendo dal complesso dell’attività svolta. Nel corso delle intercettazioni che hanno riguardato, in particolare, un cognato di Frisina, Elio Giordano, inoltre, sono emersi gravi indizi di colpevolezza a carico di diversi soggetti, tutti di Taurianova, per delitti in materia di armi. Gli indagati sono Elio Giordano, il nipote Raffaele Giordano e Francesco Alampi. Si è accertato, infatti, che costoro avevano la materiale disponibilità di diverse armi da sparo, che riuscivano a procurarsele ed a rivenderle con facilità, dimostrando inoltre notevole dimestichezza nonché competenza tecnica in materia, al punto da essere in grado di eseguire personalmente modifiche e/o riparazioni. Nelle loro conversazioni, gli indagati usavano un lessico convenzionale (es. macchine, figliola) che però è apparso di facile comprensione anche alla luce di diverse prove tecniche (spari o “scarrellamenti”) che venivano compiute con le armi e che sono state intercettate. I tre sono ritenuti responsabili di detenzione e porto illegale di armi comuni da sparo, sia singolarmente, che in concorso tra loro.

I due Giordano e Alampi sono stati tratti in arresto alle prime luci dell’alba e sono stati condotti presso la Casa Circondariale di Palmi (RC), mentre Macrì è tuttora attivamente ricercato.

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