Reggio Calabria. Mi rivolgo all’affezionato lettore che ha preferito rimanere nell’anonimato e ha mosso una polemica circa lo spegnimento di alcuni lampioni della pubblica illuminazione della via Mercato di Catona durante lo svolgimento degli spettacoli del Festival Catonateatro. Innanzitutto mi presento, chi scrive è Lillo Chilà, presidente della cooperativa Polis Cultura che organizza ormai da XXVII anni la rassegna estiva di cui sopra. Nonostante non sia proprio della mia indole alimentare sciocche polemiche, mi trovo quasi costretto a dare una risposta all’affezionato lettore nella speranza che possa servire da chiarimento per il suo sconcerto. Sia premesso sin da subito che, ovviamente, la disattivazione e l’attivazione dei lampioni sono state autorizzate, dietro richiesta della Polis Cultura, dal Settore Progettazione Esecuzione Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria tenendo anche in considerazione che nel tratto di strada in questione, in concomitanza con l’orario degli spettacoli, è presente un divieto di circolazione con presidio in entrambi gli ingressi di agenti di Polizia Municipale. Desidero però affrontare una questione che ritengo importante, l’affezionato lettore si esprime così: “un servizio pubblico che viene piegato all’interesse privato”. Definire la buona riuscita del Festival Catonateatro come un “interesse privato” mi sembra sciocco da parte sua, solo pochi giorni fa tutte le testate giornalistiche hanno riportato l’esito di uno studio della Camera di Commercio e dell’Istart che attribuiscono a Catonateatro la qualifica di grande attrattore turistico, la ricerca ha infatti rivelato che il Festival, conosciuto ormai in tutto il territorio nazionale, “ha inciso positivamente sull’attività del 35% circa delle imprese e oltre la metà dei visitatori (56,5%) ha dichiarato di trovarsi nella località per assistere all’evento programmato”. Questi numeri non sono che l’ennesima dimostrazione che Catonateatro rappresenta un interesse pubblico e non uno privato. L’affezionato lettore, in un altro punto della sua lettera, parla di un’indefinita quantità di abitazioni adiacenti alla via Mercato, più esattamente ne conta “decine e decine”. Personalmente non mi risulta che nel tratto interessato i fabbricati siano più di tre e, in merito al rischio di possibili furti in appartamento, faccio fatica ad immaginare un eventuale ladro che, dopo aver abbandonato il proprio mezzo di locomozione a cento metri di distanza a causa del divieto di circolazione, facendosi largo tra le decine di persone che affollano la strada per assistere agli spettacoli da fuori il teatro, irrompa in uno degli appartamenti dal fronte principale e ne fuoriesca dallo stesso ripercorrendo il percorso inverso. Per concludere voglio ricordare all’affezionato lettore di Catona che 27 anni fa, dove sorge oggi Catonateatro, era presente solo un’area degradata. E allora, come scrisse il maestro Grotowski “perché spendiamo così tante energie per la nostra arte? Non certo allo scopo di farci maestri degli altri, ma per imparare con loro che cosa debbano darci la nostra esistenza, il nostro organismo, la nostra esperienza personale e irripetibile; … a rimuovere i limiti generati dalla nostra ignoranza e dalla nostra mancanza di coraggio; in breve, a riempire il nostro vuoto, a realizzare noi stessi… L’arte è una maturazione, una evoluzione, un elevamento che ci permette di emergere dall’oscurità in un bagliore di luce”.
Lillo Chilà Presidente Polis Cultura e direttore organizzativo Festival Catonateatro