Rende. Pupo (Misto): “Il Comune sia parte civile nei processi per mafia e reati di amministratori”

Rende (Cosenza). Mafia, usura, riciclaggio, voto di scambio, corruzione e reati penali connessi all’esercizio delle funzioni di pubblici amministratori sono minacce serie e attuali, come attestano le inchieste giudiziarie in atto sul territorio nazionale e regionale e che purtroppo non risparmiano la città di Rende. La garanzia più importante che in questi casi si possa offrire in termini di difesa della legalità e del pubblico decoro è la costituzione di parte civile del sindaco e dell’amministrazione comunale nei procedimenti che vedono coinvolti, a vario titolo, amministratori e funzionari, attuali o ex. Per questo mi è molto dispiaciuto che il mio appello in tal senso rivolto al sindaco nell’ultima seduta di consiglio comunale abbia trovato la più totale indifferenza degli esponenti della maggioranza Pd-Idv. Eppure l’esigenza della ricerca della verità dovrebbe animare gli amministratori autenticamente votati alla trasparenza e nettamente indipendenti da situazioni e ipotesi di reato al vaglio degli inquirenti. Per ottenere un impegno formale a tutela dell’immagine della città e dei cittadini onesti di Rende ho scritto a Cavalcanti chiedendogli l’immediata adesione del Comune di Rende all’associazione nazionale “Avviso Pubblico per la formazione civile contro le mafie”. L’associazione, nata nel 1996 a Pisa con l’intento di collegare ed organizzare gli amministratori pubblici italiani che concretamente si impegnano a promuovere la cultura della legalità, attualmente conta circa 200 soci tra comuni, province, regioni. Organizza corsi di formazione per amministratori locali e personale della pubblica amministrazione e ha istituito gruppi di lavoro su temi importanti quali appalti, racket e usura, comuni sciolti per mafia, corruzione, sicurezza. Sono certo che Rende trarrebbe grande giovamento da simili iniziative. Il codice etico che si adotterebbe con questa adesione (visibile anche on line sul sito www.avvisopubblico.it) prevede, tra l’altro, che “in presenza di indagini relative all’attività dell’ente l’amministratore deve assicurare la massima collaborazione con l’autorità giudiziaria, fornendo, anche se non richiesta espressamente, tutta la documentazione e le informazioni utili all’attività degli inquirenti e assicurando analoga collaborazione da parte degli uffici. In caso di rinvio a giudizio di dipendenti o di altri amministratori dell’ente, l’amministratore deve promuovere la costituzione di parte civile della propria amministrazione nel relativo processo”. Precauzioni che, alla luce i certi eventi, a Rende è venuto il momento di prendere.

Spartaco Pupo – Consigliere comunale di Rende Gruppo Misto

 

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