‘Ndrangheta. Polizia confisca beni a Luciano Lo Giudice

Reggio Calabria. Senza soluzione di continuità è l’attività della Questura di Reggio Calabria finalizzata al sequestro ed alla confisca dei beni alla criminalità organizzata e da essa illecitamente acquisiti. In tale contesto, personale della Divisione Anticrimine, ha eseguito il decreto di confisca, per svariati milioni di euro, emesso dal Tribunale di Reggio Calabria, Sezione Misure di Prevenzione, nei confronti di:

Il procedimento di prevenzione trae origine da tre proposte di sequestro e confisca beni rientranti nella sua diretta ed indiretta disponibilità ritenendo sussistenti gli indizi di pericolosità sociale qualificata e di sproporzione reddituale, presentate dal Questore di Reggio Calabria negli anni 2010 e 2011. Il procedimento è fondato sulle risultanze investigative (del proc. pen. n.2478/07 della locale DDA) e dall’emissione a carico del Lo Giudice nel 2009 e 2010 di più ordinanze di custodia cautelare per i delitti di intestazione fittizia di beni, usura, esercizio abusivo del credito estorsione continuata, e di associazione a delinquere di stampo mafioso. In particolare, le risultanze giudiziarie, hanno evidenziato che Luciano Lo Giudice, in concorso con il fratello Antonio, forniva un costante contributo alla vita dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante in Reggio Calabria e zone limitrofe, reperendo somme di denaro e gestendo attività commerciali (anche fittiziamente intestate a compiacenti prestanome) nell’interesse della cosca, pianificando delitti fine – contro l’incolumità personale e contro il patrimonio, con l’uso delle armi. Nei confronti di Luciano Lo Giudice, il GIP del Tribunale di Catanzaro, ha emesso nel marzo di quest’anno, decreto di giudizio immediato, per i fatti criminosi relativi agli attentati commessi nel 2010 ai danni degli Uffici della Procura Generale della Repubblica di Reggio Calabria, del Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria e del Procuratore Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.

L’odierna operazione di confisca beni, rappresenta una conferma della bontà delle indagini patrimoniali, condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine, che hanno evidenziato un “nodo” inestricabile tra usura, attività imprenditoriali ed intestazione fittizia: il prestito usuraio costituiva l’occasione per l’accaparramento ed il dominio di attività economiche, le quali a loro volta rappresentavano sia il volano per incrementare l’attività illecita dell’usura che lo strumento per il controllo mafioso del mercato economico della città; l’intestazione fittizia costituiva il rimedio contro possibili rischi di ablazione del patrimonio così accumulato. Il Lo Giudice, in virtù della appartenenza al sodalizio mafioso, era così riuscito ad accumulare un ingente capitale, sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati, che costituiscono il reimpiego di proventi illeciti perché acquistati con le risorse illecite della cosca o da quest’ultima ricevuti a titolo di compenso per l’opera prestata.

Il Tribunale – Sez. Mis. Prev. di Reggio Calabria – accogliendo le suddette risultanze investigative, ha emesso il provvedimento di confisca dei seguenti beni:

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