Reggio Calabria. “Le recenti dichiarazioni del sindaco Arena sulla diga del Menta rendono doveroso intervenire su un altra delle opere incompiute di questa città, ma che è da noi ritenuta la più importante”. Lo afferma in una nota Andrea Francioni, componente del Coordinamento provinciale di Futuro e Libertà per l’Italia. “Come apprendiamo, il sindaco lascia intendere che occorrano ulteriori 6 milioni di euro per il suo completamento – prosegue Francioni – e che quindi andranno ad aggiungersi al finanziamento di 13 mln dell’anno scorso, portando così il costo complessivo (a oggi) a circa 250 milioni di euro. In questi anni, nonostante le ingenti somme erogate, i cittadini non hanno potuto conoscere lo stato dell’opera e molte domande non hanno avuto risposta. Per questo continuiamo domandarci: se il bacino del Menta ha raggiunto il livello prestabilito, se gli impianti di potabilizzazione sono pronti, se la centrale idroelettrica annessa al bacino sia stata ultimata e quando sarà (e se sarà) consegnata l’intera opera alla cittadinanza. Purtroppo, questo modus operandi comune alla classe politica italiana, porta a quella che possiamo definire “la politica dell’emergenza”: ovvero l’abitudine di lasciare incancrenire i problemi fino a quando ci si trova con l’acqua alla gola (sic!). Infatti, tutti sappiamo che la siccità da molti anni è diventata un problema per molti paesi del mondo e che l’Italia non ne è certamente esente; come tutti dovrebbero ricordare come Reggio e la sua fascia ionica ne siano stati coinvolti in modo molto grave in passato”. Se la classe politica fosse attenta agli interessi dei cittadini – sostiene il rappresentante di FLI – saprebbe distinguere tra ciò che va realizzato al più presto e quello che può essere programmato in un secondo tempo, affiderebbe a manager capaci il compito di seguire e portare a termine i lavori nei tempi previsti senza, soprattutto, badare a interessi d’altra natura. E certamente non aspetterebbe la solita rituale crisi idrica per dover poi operare in modo approssimativo, con provvedimenti tampone che non risolvono i problemi, ma, in compenso, sono la causa di nuovi indebitamenti per le casse comunali. Per questo riteniamo evidente che la realizzazione del bacino del Menta sia la soluzione più facilmente attuabile, quella che risolverebbe alla radice e definitivamente il problema del rifornimento idrico di Reggio e di buona parte della sua fascia ionica, con buona pace degli ambientalisti che hanno sempre osteggiato l’opera. Il bacino idrico del Menta, se portato a termine, risolverebbe non solo il problema della quantità d’acqua, ma anche quello della sua qualità avendo un contenuto salino particolarmente basso, tipico dell’acqua di montagna. Ci domandiamo se dovrà rimanere una chimera per i reggini, soprattutto quelli anziani e le persone in difficoltà, poter bere attingendo l’acqua dai rubinetti della propria casa,ponendo fine alla spesa di ogni famiglia (centinaia di euro) per acquisto di acqua minerale o alle lunghe file nelle poche fontane di Reggio che erogano acqua potabile di qualità, per non parlare dell’indubbio vantaggio che trarrebbero le attività industriali e turistiche”. “Sta alla nostra Amministrazione – chiude Francioni – agire in modo tale che tutto questo si realizzi al più presto”.