Ospedale di Corigliano: la Cgil annuncia azione legale per mancata applicazione dei livelli essenziali di assistenza e interruzione di pubblico servizio

Corigliano Calabro (Cosenza). “La CGIL sta valutando l’ipotesi di avviare un’azione legale per la mancata applicazione dei livelli si assistenza e di interruzione di pubblico servizio, nei confronti del direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, Gianfranco Scarpelli, e del Commissario Regionale alla Sanità, nonché presidente della Giunta Regionale, Giuseppe Scopelliti”. Esordisce così una nota a firma congiunta del segretario generale della CGIL Comprensoriale, Angelo Sposato, e del responsabile CGIL Area Urbana Corigliano-Rossano, Vincenzo Casciaro. “Ciò che sta avvenendo nell’erogazione dei servizi sanitari a favore dei Cittadini di questo territorio, è un chiaro esempio di negazione del diritto alla salute: nei giorni scorsi, addirittura, la Radiologia dell’Ospedale coriglianese è rimasta inattiva, per carenza di Medici Radiologi; gli unici tre Medici della Radiologia coriglianese, ormai da mesi, sono sottoposti ad orari di lavoro al limite della sopportabilità fisica, dovendo garantire i servizi ordinari e le reperibilità, nonché l’emergenza legata al Pronto Soccorso, notevolmente aumentata in questi mesi estivi. A nulla sono valsi le richieste e gli appelli, indirizzati da molto tempo a questa parte, sia al Direttore Generale dell’ASP cosentina, che al massimo responsabile regionale della Sanità calabrese, Commissario Scopelliti, allo scopo di riconsiderare la marginalità in cui è stata collocata la Sanità della fascia jonica cosentina, rimasta orfana di due Ospedali su quattro, ridimensionata nel numero di posti-letto, e gravata di servizi che i due soli nosocomi di Corigliano e Rossano non riescono più a sostenere, sia per la carenza di spazi idonei, sia per il mancato adeguamento del numero di Medici e Operatori Sanitari, all’accresciuta richiesta di servizi. Ma la Radiologia è solo uno degli esempi dell’inefficacia sanitaria nel nostro territorio. Altra nota drammatica sono le liste d’attesa, che ormai hanno superato ogni limite di sopportabilità: solo per fare un esempio, una semplice mammografia richiede un anno di tempo, laddove invece sarebbe necessario intervenire in tempi rapidi per prevenire più gravi conseguenze alla salute di una donna. C’è, poi, il paradossale caso della Neurologia, che da oltre un anno continua ad essere chiusa nonostante sia l’unica dell’intera ASP cosentina. In questo caso, addirittura, si evidenzia l’arroganza del potere, in grado di sfidare ogni più elementare diritto dei Cittadini: Il 28 febbraio scorso, il direttore generale dell’ASP di Cosenza si impegnava formalmente alla riapertura di Neurologia, entro il 31 marzo successivo. Ancora oggi, e nonostante le ripetute sollecitazioni, il Reparto rimane chiuso, e i 10 posti-letto ad esso assegnati sono vacanti, con buona pace dei tanti Cittadini bisognevoli di un servizio a loro negato. Mai come oggi la politica è stata così invadente e pervasiva nel Sistema Sanitario. Il problema è che questa forsennata occupazione ha finito per soffocare il diritto alla salute, che tanti Cittadini del nostro territorio ormai sono costretti ad esercitare fuori dai confini regionali. La Cgil, che da tempo denuncia questo stato di cose, ha deciso di agire in prima linea, a difesa e tutela dei cittadini e degli operatori della sanità territoriale. Per questo motivo, si è deciso di dare mandato ai nostri avvocati, per valutare l’avvio di un’azione legale contro i responsabili di questo sfacelo sanitario, sia per interruzione di pubblico servizio, sia per il ridimensionamento dei livelli essenziali di assistenza, ormai ben al di sotto dei parametri standard, e sia per la mancata attuazione dell’accordo sindacale che obbligava l’ASP alla riapertura di Neurologia”.

 

Exit mobile version