Reggio Calabria. Avrebbe sparato per difesa dopo essere stato raggiunto da un colpo di fucile all’addome. E’ questa la versione, ancora da riscontrare, fornita da Francesco Ascone, 36enne incensurato, nel corso del lungo interrogatorio condotto dal procuratore capo di Palmi Giuseppe Creazzo e dal suo aggiunto. I dettagli dell’indagine sono stati resi noti questa mattina in Questura, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il procuratore capo di Palmi, Giuseppe Creazzo, il Questore Guido Longo, il capo della Squadra Mobile Gennaro Semeraro, il capo della Sezione criminalità organizzata, Francesco Rattà, e il dirigente pro-tempore del commissariato di Gioia Tauro, Fabio Catalano.
Il giovane, nei cui confronti la Procura di Palmi aveva già emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, si è consegnato ieri alla Polizia, presentandosi al commissariato di Gioia Tauro. Secondo il racconto reso da Ascone, che è tuttora al vaglio degli inquirenti per valutarne l’attendibilità, tutto sarebbe iniziato nel tardo pomeriggio di mercoledì, quando una delle vittime, Francesco Borgese, avrebbe disturbato Ascone con degli schiamazzi nei pressi della sua abitazione. Ne sarebbe nata una discussione al termine della quale Ascone avrebbe assestato uno schiaffo al volto di Borgese.
Successivamente, sempre secondo il racconto di Ascone, sarebbe avvenuta la fase del chiarimento, con la richiesta di un incontro nella piazzetta di Rizziconi. Il giovane si sarebbe recato all’incontro da solo, armato di una pistola illegalmente detenuta. Sempre a suo dire, una volta raggiunto il luogo dell’incontro, Ascone sarebbe stato bersaglio di un colpo di fucile che lo avrebbe raggiunto all’addome, a quel punto avrebbe estratto la pistola, una calibro 9×21, con la quale avrebbe esploso una decina di colpi, uccidendo Remo Borgese e i due figli Antonio e Francesco, e ferendo un loro cugino, Antonio Borgese. Il fucile non è stato ritrovato. Proseguono intanto le indagini per accertare la versione fornita da Ascone ed eventuali responsabilità a carico di altri soggetti.
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