Reggio Calabria. Il definitivo tracollo del metodo Scopelliti e company, suggellato dalle ultime e qualificanti dichiarazioni pubbliche dello stesso Scopelliti e di Arena, oramai scollati da qualunque realtà, ripropone, tra i tantissimi misteri che hanno caratterizzato e condizionato gli ultimi dieci anni dei Reggini, il problema della trasparenza dell’azione di governo e della conseguente partecipazione popolare. Non è un caso, infatti, che Ethos, dal lontano 2006, abbia iniziato a proporre, all’attenzione di tutti i rappresentanti politici nazionali e locali, l’adozione del Bilancio Sociale come strumento concreto e pratico di trasparenza amministrativa e di partecipazione alla vita politica del territorio in cui si vive, inserendolo come punto programmatico qualificante e centrale della propria attività. Proposta che è stata ripetutamente avanzata all’intera classe dirigente, attraverso convegni, conferenze, comunicati stampa ed illustrata alla cittadinanza con capillari attività di volantinaggio e di contatto diretto con le persone che vivono Reggio. Questi continui e caparbi tentativi di informazione, metodicamente ripetuti nel corso di questi anni, piace credere che abbiano contribuito a stimolare una discussione sulla questione della trasparenza e della partecipazione che, sebbene oggi veda diverse organizzazioni politiche (siano esse partiti, movimenti o altre associazioni) particolarmente attenti alla questione, qualche anno fa, in pieno ed incontrastato regno Scopelliti, era comodamente o codardamente evitata. Ad ogni buon fine, non avendo mai ricevuto, nel corso di questi anni, alcun segnale da parte della “vecchia politica” che lasciasse intendere il ben che minino interesse verso questa proposta (nonostante i recenti pubblici impegni di certi parlamentari, di destra, di centro e di sinistra circa la possibilità di presentare, su esplicita e diretta richiesta di Ethos, un disegno di Legge per rendere obbligatorio il Bilancio Sociale come strumento di rendicontazione per tutti gli Enti Locali), prendiamo atto di alcune proposte riguardanti il bilancio partecipativo o partecipato avanzate dalla “Fiamma”, sebbene già la scorsa Amministrazione Provinciale abbia timidamente ed infruttuosamente tentato di avviare una sperimentazione pratica di tale tipo di bilancio. Tuttavia, onde evitare fraintendimenti, ciò che Ethos propone da sempre ed in perfetta solitudine, è l’adozione del Bilancio Sociale, che rappresenta l’evoluzione socio-culturale del Bilancio partecipato, già utilizzato a partire dagli inizi del 1900. Solamente il Bilancio Sociale, le cui linee guida sono state formulate e pubblicate nel giugno del 2006 dal Ministero dell’Interno – Osservatorio per la Finanza e la Contabilità degli Enti Locali, prevede e disciplina meccanismi pratici e concreti di partecipazione e di controllo da parte della cittadinanza sulle scelte politico-amministrative di Sindaci, Assessori, Consiglieri e singoli Dirigenti Comunali. Questa inascoltata proposta continua ad essere, per Ethos, un impegno prioritario, rappresentando un solido punto di partenza da cui iniziare a praticare il cambiamento tanto predicato, ma che nessuno di coloro che attualmente ci governa vuole davvero.
Giuseppe Musarella- Ethos