Cosenza. La circostanza che anche i tombaroli, i quali non sono certo spinti da nobili motivi, stiano scavando per scoprire la mitica tomba di Alarico, ci conferma che l’interesse si sta facendo largo a tutti i livelli anche quelli meno nobili. Vanno quindi accelerati i lavori per verificare la possibilità di una scoperta che può diventare straordinaria per la storia e per la Calabria”. E’ quanto ha dichiarato il conduttore di “Voyager” Roberto Giacobbo che, recandosi in visita alla confluenza dei fiumi Crati e Busento, insieme ai ragazzi del progetto di “Calabria Jones”. E’ anche intervenuto lo studioso locale Natale Bosco che ha illustrato una teoria in base alla quale, sulla base di ritrovamenti di strutture archeologiche quali un altare sepolcrale gotico e una croce runica lapidea, il sepolcro potrebbe trovarsi in località “Alimena” di Mendicino, alla confluenza dei fiumi Caronte e Canalicchio. La tomba di Alarico è una leggenda talmente misteriosa che nel 1937 indusse Heinrich Himmler, capo delle SS e fondatore dell’Ahnenerbe, la società nazista per la ricerca dell’eredità ancestrale, a recarsi nella città dei Bruzi. Anche nel corso di questa seconda giornata, iniziata all’Abbazia della Matina di San Marco Argentano e proseguita al Duomo di Cosenza, il conduttore di “Voyager” è stato accompagnato dall’assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri. In serata, alle 21 è previsto l’ultimo appuntamento della giornata a Cosenza presso il Teatro “Rendano” dove Giacobbo presenterà il suo ultimo libro “Da dove veniamo? La storia che ci manca”, edito da Rai-Eri/Mondadori.
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