Reggio Calabria. Dopo la diffusione degli ultimi dati dello Svimez sull’economia del Mezzogiorno e sui gravissimi rischi di sfaldamento del tessuto produttivo delle regioni meridionali, abbiamo assistito al consueto e stanco rito delle dichiarazioni improvvisamente preoccupate da parte della politica. Siamo rimasti molto colpiti dal fatto che gli esponenti di tutti i partiti, da destra a sinistra, da Roma alla Calabria, abbiano lanciato un “grido d’allarme”, come se il crollo del prodotto interno lordo dell’Italia meridionale fosse un fatto nuovo e appena appreso. Eppure a livello nazionale era già prevista fin dallo scorso anno una recessione di oltre il 2% e da lungo tempo si sottolineava l’aumentare del divario tra il Nord e il Sud del Paese. Non capiamo, dunque, che valore abbiano certe prese di posizione, se non quello di colmare un vuoto di proposta politica attraverso delle generiche dichiarazioni d’intenti, tanto per segnare una presenza sulle agenzie di stampa.
Sono mesi che noi imprenditori, in ogni occasione, denunciamo la gravita’ della situazione. Lo facciamo fornendo dati che non lasciano dubbi ne’ margini d’interpretazione sull’acuirsi della crisi.
Noi, che assieme ai lavoratori sopportiamo la parte piu’ gravosa del peso di questo momento, non ci uniamo al coro della politica che reclama che qualcuno risolva i problemi abdicando alla propria funzione, come quei medici che di fronte a un’emergenza chiedono ad alta voce se c’e’ un medico in sala.
La nostra proposta e’ chiara: si’ agli sgravi fiscali a favore di chi investe nel nostro territorio, perche’ solo creando condizioni di effettiva convenienza si possono attrarre capitali e, cosi’, si puo’ tentare di rilanciare l’economia del Mezzogiorno e della Calabria. Si abbia il coraggio di abbattere il carico impositivo soprattutto in alcune aree come quella del porto di Gioia Tauro, perche’ in questo modo il nostro tessuto economico-sociale diventerebbe finalmente appetibile per i grandi gruppi dell’area del Brics.
Condividiamo altresi’ la strada, indicata dalla stessa Svimez, di istituire una nuova struttura tecnica che svolga una funzione di supporto agli organi di governo per il varo di progetti realmente cantierabili perche’ e’ di interventi concreti che abbiamo bisogno e non di libri dei sogni.
Inoltre, chiediamo alla politica di intervenire immediatamente, senza demagogia e con incisivita’ sul bubbone della malaburocrazia, che costituisce un costo enorme per le aziende e che rallenta e ostacola qualsiasi iniziativa economica. Lo dimostrano chiaramente i bassissimi livelli di impegno e di spesa dei fondi del Por-Fesr da parte di quasi tutte le Regioni del Mezzogiorno, specie quelle dell’Obiettivo convergenza che, a 13 mesi dalla conclusione del Programma 2007-2013, rischiano di rispedire a Bruxelles, con un biglietto di sola andata, ingentissime risorse, bruciando cosi’ l’occasione piu’ importante a disposizione anche delle nostre aziende. Chi ha la responsabilita’ politica delle Regioni e del Paese faccia fino in fondo la sua parte, cosi’ come noi imprenditori ci assumiamo il rischio di mandare avanti il nostro lavoro e, con esso, garantiamo un sostentamento a migliaia di famiglie.
Confindustria di Reggio Calabria