Unificazione Province Catanzaro, Crotone e Vibo. Salerno e Tallini: “Evitare contrapposizioni”

“Bisogna evitare che il dibattito sul riordino delle Province, sulla base della legge n. 135 emanata dal governo per ridurre la spesa di funzionamento degli Enti territoriali, si traduca in un nuovo e preoccupante capitolo di contrapposizione campanilistica tra le varie aree della Calabria. ‘Il tentativo di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, di salvaguardare l’attuale assetto istituzionale della Calabria è lodevole e va sostenuto senza mezzi termini. Le Province rappresentano un grande patrimonio in quanto sono gli Enti che si occupano in maniera organica e di materie molto importanti (la viabilità, l’istruzione, la cultura, l’ambiente), dello sviluppo e della crescita di macro-aree omogenee. In tale ottica è avvenuta vent’anni fa la nascita delle due nuove Province di Crotone e Vibo che, pur avendo di fatto indebolito la Provincia madre di Catanzaro, hanno contribuito ad esaltare l’autonomia di due aree, il crotonese e il vibonese, sicuramente strategiche per lo sviluppo complessivo della regione. Va pertanto perseguita con forza la linea, scaturita nella riunione d’insediamento del Comitato per le Autonomie Locali, dell’impugnazione davanti alla Corte Costituzionale della legge n. 135 che lede palesemente le competenze regionali e nei fatti disgrega un assetto politico-istituzionale faticosamente raggiunto in Calabria. L’obiettivo, che noi condividiamo pienamente, è quello del mantenimento delle cinque Province con l’attuale composizione dei Comuni. È una battaglia che la Giunta e il Consiglio regionale possono e debbono portare fino in fondo. Ciò che invece non appare utile è il valzer di ipotesi e di alchimie che vorrebbero un rimescolamento dell’attribuzione dei Comuni ad ogni singola Provincia in modo da consentire a quelle più piccole (Crotone e Vibo) di rientrare nei parametri fissati dalla legge n. 135. In una sorta di gioco del Risiko, c’è chi si diverte a collocare gruppi di Comuni in questa o in quella Provincia con l’effetto di innescare una reazione a catena difficilmente controllabile. Un meccanismo del genere, oltre ad ingenerare nuove guerre di campanile, avrebbe anche l’effetto di fare additare la Calabria davanti all’opinione pubblica nazionale come la Regione che si oppone con i ‘trucchetti’ alla politica del rigore del Governo Monti. Ecco, allora, in uno spirito costruttivo, la necessità di impedire che lo spirito del Risiko abbia la meglio sulla serietà istituzionale. Noi riteniamo che, se malauguratamente dovesse fallire il tentativo di mantenere l’attuale assetto delle Province, l’ipotesi più concreta e seria resti quella della ricostituzione dell’antica Provincia di Catanzaro e ciò per una serie di motivazioni. La più importante, crediamo, è quella di mantenere in piedi una forte Area Centrale della Calabria che possa fare da cerniera alle due Macro Aree dello Stretto (Reggio Calabria-Messina) e di Cosenza. La nuova Provincia Catanzaro-Crotone-Vibo (che potrebbe anche avere questa denominazione ‘multipla’) rappresenterebbe un elemento di unità e non di divisione in una Calabria troppo spesso lacerata dalle contrapposizioni. Esistono poi altre ragioni, di ordine storico e culturale, che obbediscono a questa ipotesi. L’antica provincia di Catanzaro ha una storia centenaria e derivava dalla Calabria Ulteriore II istituita da Ferdinando IV. A cementare i territori c’è anche la circostanza che la Certosa di Serra San Bruno, cuore spirituale dell’intera Calabria visitata di recente dal Pontefice, è compresa nell’Arcidiocesi di Catanzaro – Squillace. La ricostituzione della Provincia di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia non sarebbe dunque una fusione a freddo, ma, se non ci fossero le condizioni per salvaguardare l’attuale assetto, l’unica strada percorribile per garantire un equilibrio istituzionale serio alla nostra Calabria”.

Domenico Tallini
Assessore regionale al Personale

Nazzareno Salerno
Presidente Commissione “Attività sociali, sanitarie, culturali, formative”

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