Laureana di Borrello. È ormai esattamente una settimana che il Si.N.A.P.Pe – Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria in forte espansione nel territorio reggino – è impegnato in un duro braccio di ferro con l’Amministrazione Penitenziaria, ed in particolare con il Provveditore Regionale che, senza preventiva partecipazione alle Organizzazioni Sindacali, decreta la temporanea chiusura del giovane istituto di Laureana di Borrello. “condivisibile la finalità dell’azione, inaccettabile la soluzione attuata” queste le dure parole con cui il Dott. Roberto Santini, Segretario Generale del Si.N.A.P.Pe, commenta la notizia. “Leggo nelle parole del Provveditore – prosegue Santini – la disperazione di una Amministrazione alle prese con una “coperta troppo corta”. Un’amministrazione che giustifica la chiusura di una struttura con l’unica motivazione di incrementare il personale necessario nelle strutture limitrofe, stipando i detenuti lì ospitati nella già stracolme carceri della provincia. Una soluzione che vanifica dieci anni di storia di un istituto nato per la precipua realizzazione del mandato costituzionale della funzione rieducativa della pena. Il mandato di rappresentanza che gli iscritti al Si.N.A.P.Pe mi riconoscono, rende doveroso riflettere sul piano di mobilità nazionale che pochi mesi or sono ha movimentato un ingente numero di personale in ragione dell’immissione nell’indotto di nuovi agenti penitenziari. In quella occasione, è evidente, la patologica situazione delle carceri reggine non è stata compiutamente soppesata nonostante le innumerevoli denuncie avanzate sia personalmente dal sottoscritto, sia dal nostro Segretario Provinciale – Fabio Viglianti – instancabilmente presente sul territorio. Abbiamo interloquito ad ogni livello, portando a casa il risultato dell’incremento organico, che evidentemente risulta insufficiente. Ciò impone un’ulteriore riflessione sull’eventualità che la motivazione esposta costituisca solo fumo negli occhi per giustificare una decisione che mai avremmo condiviso. Stesso discorso dicasi per la “temporaneità” del provvedimento. Per quale ragione, se di decisione transitoria trattasi, l’amministrazione sta svuotando degli arredi la struttura? Evidentemente la situazione va letta con occhi diversi di un ennesimo fallimento, di un ennesimo sperpero di denaro pubblico. Ci tengo a ribadire che la struttura è sorta da circa un decennio, un arco temporale forse un po’ troppo breve per “buttar via la chiave”. In nome di tutti i poliziotti penitenziari porgo il mio più sentito ringraziamento alla vicinanza che il mondo politico e istituzionale sta dimostrando alla vicenda penitenziaria