Reggio Calabria. Il Tribunale Collegiale di Reggio Calabria, presidente dott.ssa Olga Tarsia ha disposto ieri la scarcerazione di Alampi Natale Paolo, accusato di essere dirigente organizzatore della cosca Rosmini asseritamente imperversante nel rione Modena di Reggio Calabria. L’Alampi già con perizia del Tribunale sin dal 2011, era stato giudicato affetto da gravi patologie per le quali era stato necessario il suo trasferimento presso istituto penitenziario dotato di apposito centro clinico. Tuttavia anche tale soluzione dopo mesi di innumerevoli solleciti e tentativi, non si è rivelata idonea alla risoluzione del problema. Il provvedimento di scarcerazione, emesso in accoglimento della istanza presentata dal legale di fiducia avv. Marco Tullio Martino, ha dato infatti conto del fatto di come, per quanto evidenziato dal legale, il circuito carcerario non fosse stato in alcun modo in grado di risolvere il problema patologico dell’Alampi. Tutto ciò confermando quanto oramai pacificamente sancito dal costante insegnamento della giurisprudenza di legittimità secondo il quale “la particolare gravità delle condizioni di salute, come presupposto dell’operatività del divieto di custodia cautelare in carcere va intesa non solo come assoluta incompatibilità della detenzione carceraria, ma anche come condizione di rilevante pregiudizio da valutarsi in relazione alla praticabilità dei necessari interventi in ambiente carcerario, per tale intendendosi anche quello costituito dai centri clinici della amministrazione penitenziaria”. Orbene proprio su tali presupposti, il Tribunale, sulla scorta della documentazione difensiva e le perizie di ufficio con le quali si acclarava la impossibilità di effettiva somministrazione nel circuito penitenziario delle terapie di cui necessitava l’Alampi, ha disposto la sostituzione della misura cautelare in carcere con quella degli arresti domiciliari, proprio al fine di “potersi avvalere, onde eseguire le cure mediche, protesiche e riabilitative necessarie, di un proprio professionista di fiducia”.
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