Reggio Calabria. L’Ordine dei Medici di Reggio Calabria chiederà un incontro al Prefetto, Vittorio Piscitelli, sui tagli al personale che si profilano nella sanità calabrese ed in particolare nella provincia reggina considerato che potrebbero avere un impatto sconquassante sui livelli essenziali di assistenza al paziente. E’ questo l’esito della Consulta permanente di vigilanza sulla sanità, coordinata da Marco Tescione e Antonino Vadalà, e svoltasi presso l’Auditorium della sede dell’Ordine dei Medici. La richiesta di un incontro al Prefetto Piscitelli sarà avanzata nei prossimi giorni e dovrebbe essere firmata anche dal Tribunale dei diritti del malato, dalle associazioni di volontariato e dal Comitato degli infermieri precari.
Alla Consulta, oltre ai rappresentanti dell’Ordine dei Medici, erano presenti numerose associazioni come il Gruppo Ospedaliero dei Volontari in Chirurgia con Francesca Cammareri; l’Associazione Famiglie Italiane con Laura Sambo, il Centro Servizi dei Due Mari, con il presidente Valerioti, l’Associazione Volontari Ospedalieri con la vicepresidente, Roberta Zeender, il Tribunale per i diritti del malato con la presidente Garganese Sarica ed i sindacati rappresentati da Giuseppe Poeta nonché una rappresentanza degli infermieri precari. Inoltre, sebbene l’invito non fosse stato esteso alla classe politica, è intervenuto il consigliere regionale Candeloro Imbalzano che ha evidenziato come ci sia “la ferma convinzione di combattere fino in fondo per difendere la posizione di tutti i precari”.
Per il Presidente dell’Ordine dei Medici, Pasquale Veneziano “il problema principale non è tanto il fatto che dei medici saranno mandati a casa ma il vero dramma sarà dei pazienti in quanto si recherà un grave danno all’assistenza sanitaria”.
“Noi come Ordine dei Medici – ha sottolineato Veneziano – oggi stiamo avvisando tutti i pazienti sui gravi rischi a cui loro andranno incontro nel momento in cui dovessero essere applicati questi provvedimenti. Alla fine dei conti, questi giovani medici, in questi anni, hanno acquisito competenze e professionalità tali che, molto probabilmente, andando fuori regione non avranno grosse difficoltà a trovare altre opportunità di lavoro ma chi rimarrà privo del medesimo livello di assistenza saranno i pazienti calabresi che saranno incentivati ulteriormente alla cosiddetta emigrazione sanitaria con notevole aggravio per le finanze regionali”.
“Senza la conferma di questi medici precari – ha ribadito Giuseppe Zampogna, vicepresidente dell’Ordine e Direttore del Pronto Soccorso di Locri – che hanno dato l’anima dimostrando dedizione e professionalità, non si potranno garantire i livelli essenziali di assistenza. A pagare il prezzo più pesante saranno i pazienti”. “L’Ordine dei Medici – ha affermato il segretario, Enzo Nociti – intende difendere e tutelare la categoria e per questo intende far sentire la propria voce per salvaguardare il diritto al lavoro dei tanti colleghi che rischiano di essere tagliati fuori”.
Marco Tescione, coordinatore della Consulta, ha relazionato sulla vicenda, chiarendo che ci sono posizioni differenti che troveranno soluzioni diverse ed effettuando un excursus della questione che affonda le sue origini nel lontano 2007.
“Dopo il parere della Corte dei Conti – ha rammentato Tescione – abbiamo lanciato l’allarme sui livelli essenziali di assistenza. A settembre, quando il Subcommissario Pezzi, ha invitato i direttori generali ad indicare quale fra le figure che sarebbero state tagliate risultassero fondamentali per garantire i livelli essenziali di assistenza sembrava che qualcosa si stesse muovendo nella giusta direzione. Abbiamo chiesto un incontro al Subocmmissario ma, una volta fissato, a seguito delle dimissioni di Pezzi è saltato. Presto, però, ci auguriamo di averne un altro con il nuovo interlocutore”.
“Abbiamo voluto coinvolgere la cittadinanza – ha aggiunto Tescione – attraverso la convocazione del Tribunale per i diritti del malato, i sindacati e le associazioni di volontariato perché il nostro intento primario è quello di garantire l’assistenza sanitaria. Tuttavia, va chiarito che sebbene il numero, in valore assoluto, dei medici che dovrebbero essere oggetto dei tagli non sia elevato vi è da rilevare che l’impatto sarà devastante alla luce dei medici che risultano effettivamente occupati”.
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